Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Negli ultimi vent'anni, i film di Bernardo Bertolucci sono numericamente diminuiti in maniera drastica - soprattutto nell’ultimo decennio per motivi legati alla salute -, ma sono sempre, forse, ma non solo, anche per questo motivo, molto attesi e talvolta le alte aspettative della vigilia finiscono con il non combaciare appieno con il risultato, tanto più quando il film batte la bandiera tricolore.
Detto questo, ovvero che il film non mi ha conquistato del tutto, ci sono comunque pregi di una certa rilevanza, in primis l’aver scoperto, e soprattutto sfruttato alla grande, una giovane e ruspante Liv Tyler.
Lucy Harmon (Liv Tyler), dopo la scomparsa della madre, si ritrova in vacanza nel Chianti presso una coppia di amici. Da questo soggiorno all’estero si aspetta tante cose. Troverà l’amore, ma soprattutto farà una scoperta fondamentale.
Bernando Bertolucci abbandona gli scenari magniloquenti che hanno caratterizzato i suoi successi internazionali e si dedica a una piccola storia esistenziale, nella quale la grande vera protagonista, seppur attorniata da un cast variegato, è la giovane Lucy, che ha il volto (e non solo), questo azzeccatissimo, della brava e prominente Liv Tyler.
Il comparto tecnico è davvero all’altezza (seppur le circostanze siano limitative), soprattutto la fotografia riesce a valorizzare il pregevole contesto geografico, mentre funziona con minore continuità la sceneggiatura, che assiema tra loro tantissimi aspetti spesso secondari nello svolgimento della trama, rischiando più volte di creare confusione (o quanto meno di non chiudere le questioni).
Ci mette comunque una pezza il montaggio, donando al film un ritmo che sfrutta le sospensioni, e così complessivamente il film, pur nel suo piccolo, possiede un’innata freschezza e procede, seppur con qualche intoppo, regalando momenti intimi e piacevoli.
Certo rimane un po’ di soggezione, il complesso stenta a conquistare completamente, ma Bernando Bertolucci ha il merito (non solo questo comunque) di scegliere la protagonista giusta - Liv Tyler -, che irradia letteralmente il film con una presenza magnetica.
Io ballo da sola è dunque minore nella filmografia (importante, seppur non sempre altissima nella seconda parte di carriera) del regista italiano, che si muove tra momenti molto riusciti ed altri che paiono essere poco più che riempitivi.
Insomma, questa escursione è da prendere come una sorta di fuga dalle pressioni dell’arte - per il regista - e della vita - per la protagonista -, anche per questo forse non del tutto in linea con le attese.
Comunque dotato di un'anima personale.
Regia disinvolta, non incisiva al massimo, attenta alla rappresentazione (buona), non sempre però ai contenuti (validi solo a sprazzi).
Molto brava, a tratti quasi straripante.
Ottima scelta del casting, che lei ripaga con assoluta naturalezza.
Assolutamente affascinante.
Professionale e intenso, valorizza un buon personaggio.
Convincente.
Piccola parte, ma valorizzata quanto basta.
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