Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Bertolucci, con questo film, decide di svendere la propria onestà artistica, in un modo, che farebbe rabbrividire anche il più forte di stomaco. Tutta la Toscana, viene riassunta molto brevemente: il classico uliveto (“Questo è un uliveto!?” chiede Liv Tyler stupita, come se si trovasse davanti ad una montagna d'oro zecchino...), il classico casolare del pre-Seconda Guerra Mondiale, le classiche distese di prati sconfinati, ma soprattutto, le stesse, identiche persone, quelle che sotto sotto sono perfide, che sparlano degli altri, che vivono alla carlona, tutti tipicamente ritagliati nelle solite macchiettine che dovrebbero divertire facendo riflettere, ma che appaiono soltanto tristi e prolisse. Il regista dipinge su questo sfondo non molto rassicurante, una vicenda già vista e sentita cento volte, arricchita (ma guarda!) con le sue classiche scenette erotiche, propinandoci una sorta di racconto morale sulla perdita dell'innocenza, da associare (neanche a farlo apposta) alla perdita della verginità fisica, nonché, uno dei metodi più banali per raccontare il precedente smarrimento. Ma poi innocenza di che? Tutto il racconto gira intorno alla figurina prorompente ed iper pompata della Tyler, con il suo faccione allungato, che si fa venire le turbe mentali per vicende di cent'anni prima, e vaga qua e la per il solito casolari di migliaia di altri film, meravigliandosi della magica arretratezza del nostro paese di cialtroni e di cafoni. Ora, io tutto questo sarei anche disposto ad accettarlo in film di altra natura, (mi viene in mente Only you di Norman Jewison, che era anche carino) una commedina stupida per famiglie o romantica, un film d'azione, un thriller, o altri sottoprodotti di serie B, ma francamente, vederlo fare al regista che più ci ha rappresentato all'estero negli ultimi anni, è una cosa leggermente inaccettabile. Questa gigantesca cartolina in movimento, non ha cuore, non ha anima e non ha intelligenza, è un film drammatico, che non fa piangere, una commedia che non fa ridere, un'opera autoriale che non fa riflettere e che non comunica nulla, un tentativo blando e completamente fallito di approcciarsi ad un paese morente descrivendolo per quello che è, ma Bertolucci, si dimentica completamente la lezione dei suoi maestri degli anni Sessanta, e finisce per intraprendere una strada che lo potrebbe portare alla rovina. Il film è spento, tirato inverosimilmente per le lunghe ed irritante, la prima parte è veramente inguardabile, poi da un certo momento in poi, quando si comincia capire di cosa si sta effettivamente parlando, migliora, ma è troppo poco comunque. Il tutto condito da una regia anonima, un tentativo disperato di rinnovare uno stile attualizzandolo, una colonna sonora che entra da un orecchio ed esce da quell'altro e degli attori incredibilmente scialbi: Liv Tyler è come sempre penosa (l'unico film in cui funzionava un po' era Il signore degli anelli, ma Jackson decise saggiamente di darle una piccolissima parte), Jeremy Irons sembra uscito da un manicomio criminale, Stefania Sandrelli non fa troppi danni (come invece temevo), Rachel Weisz è messa in quarto piano, i due coniugi Cusack e McCann sono, una irritante e l'altro antipatico, ed i megafusti di turni fanno pietà. Ditemi voi... E stiamo parlando del regista di Novecento, mica del primo che è passato, quasi a conferma del fatto che, il cinema italiano, si stava avviando verso lo scatafascio già allora. Altro fattore davvero ridicolo ed insopportabile che fa supporre il peggio (cioè che Bertolucci ce lo siamo giocato), è questo voler ribattere in maniera assurda sul fatto che gli italiani siano un popolo di sporcaccioni, ignobilmente legati al sesso come sfogo (il dialogo tra Irons e la Cusack, ne è la conferma): ma chi glielo ha detto? Il fatto che le persone di oggi si svendano per niente, non è da attribuire al basso profilo degli italiani, ma a quello della loro occidentalizzazione (guardiamo chi abbiamo al governo, please, e guardiamo che tipo di governo viene adottato), quindi, prima di sparlare, guardiamo le ragioni che hanno dato inizio a tutto. Un brutto film, non mi sento di aggiungere altro.
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