Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
La commedia di per sè è graziosa, un po' trash (posso dirlo?) in alcune trovate di sceneggiatura, soprattutto per quanto concerne il personaggio di Gnocchi, che resta il migliore. Quello che non convince è la pretesa di trarre da una commedia che vorrebbe mantenersi su un piano di grottesco accennato una riflessione sul lavoro e sul disagio interiore. In questo la vicenda della Buy non solo è sbagliata, ma interferisce negativamente influenzato il complesso del film. Consigliato solo a chi ha del tempo da perdere e ha fiducia che, prima o poi, da Gnocchi una risatina uscirà.
Daniele Silvestri e alcune sue belle canzoni. Usate maluccio però a livello di regia (sovrapposizioni a volte sbagliate).
Bravissimo caratterista, uno dei migliori del cinema italiano.
Sbandato Scarpati, impegnato in una prova che regge con gusto e giuste capacità.
Fuori parte, soprattutto ingannevole la rappresentazione del disagio che dovrebbe vivere. Poche colpe, la si può stroncare meglio altrove.
Il buon Gnocchi si impegna e alla fine tira fuori il meglio del suo appeal stralunato e provinciale, e rende questo film memorabile almeno per una cosuccia: la sua presenza.
Piccioni continua a dimostrare di essere un regista in bilico, tra una vena d'autore ricercato e divagazioni da fiction televisiva che imbarazzano. Qui sfocia spesso nella seconda, e va bene; quando tenta però di fare l'autore serio (con la Buy) è da allontanare immediatamente.
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