Regia di John Lasseter vedi scheda film
Forse il difetto principale del lungometraggio della Pixar è nella raffigurazione degli umani, che più risentono della tecnica computerizzata, ma per il resto è pressoché perfetto. Notevole l'animazione, la caratterizzazione dei personaggi, la descrizione del mondo dei giocattoli, la satira del consumismo, in base al quale ad ogni festa arriveranno nuovi giocattoli, destinati a sostituire i vecchi. In questo senso, il timore che ha Woody di essere soppiantato nel cuore del bambino Andy può rimandare ai triboli amorosi del soldatino di stagno di Andersen (che forse è richiamato, consciamente o meno, dal nome di Andy), simbolo tuttavia di un'altra epoca anche per quanto riguarda i giocattoli, oggetti artigianali e non prodotti industriali, protagonisti del marketing televisivo. Da questo punto di vista, l'unico vero artigiano del film di Lasseter è il terribile Sid Phillips, che incrocia parti anatomiche dei giocattoli, come un moderno ingegnere genetico.
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