Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
sovrabbondante, eccessivo, squilibrato, Casino' rientra sicuramente tra le opere piu' ambiziose del grande regista. E' il tentativo, riuscito in parte, di affrescare la societa' americana, attraverso l'analisi (a tratti, vicino al documentario) dell'ascesa e della caduta della Mecca del gioco d'azzardo, raccontata tramite la vicenda (alle scoglie del melodramma) di tre anime perdute, devote al Dio denaro, assetate di potere, assuefatte alla violenza e all'imbroglio. La sceneggiatura, per la verita' un po' verbosa e macchinosa, mostra, non senza una buona dose di disillusione e umorismo nero, le connessioni tra mafia e potere, ma affastella troppi personaggi e vicende(il materiale sarebbe andato bene per una serie televisiva!); la regia, qua e la', perde il controllo. Manca quasi del tutto la componenete religiosa, tipica del cinema scorsesiano. Film potente, ma discontinuo, Casino' contiene comunque momenti straordinari, in cui il talento di Scorsese (spesso "offuscato" dalla sua passione sanguigna e sincera per l'immaginario che intende ricreare) lampeggia attraverso soluzioni narrative arrischiate, piani-sequenza vertiginosi, montaggio nevrotico, fiondate della macchina da presa etc...Eccessi di contenuto, ma anche di forma quindi: personalmente, lo affianco al recente Gangs of New York, di cui condivide pregi (lo sperimentalismo narrativo, il grande respiro e l'ampiezza di vedute) e difetti (scarsa lucidita' e concisione, almeno rispetto ai suoi veri capolavori)
continua ,ossessiva, spazia in diversi generi ed e' sempre in sottofondo
la durata? Forse che Scorsese dia il meglio di se' nell'ambito delle canoniche due ore?
ancora con DeNiro, 10 anni dopo C'era una volta in America: la' erano amici, almeno da piccoli; qui si odiano a morte!
istrionico, nevrotico, ai limiti della follia
bellissima e anche brava (meglio di Kathy Moriarty!). Peccato che la doppiatrice sia alquanto scadente
con la voce di Proietti (mai bravo quanto in compianto Ferruccio...), una performance sotto il segno del controllo e della violenza sotterranea, con scatti d'ira degni di un autentico "toro scatenato"
qualche eccesso di tecnicismo; certe sequenze complesse vengono risolte in maniera elegante e geniale, altre in modo piu' manierato. Il fatto che Scorsese pensi in grande, lo si puo' capire anche dai continui "sballottamenti" da un luogo all'altro, all'interno della stessa sequenza o dello stesso nucleo narrativo: Marty sperimenta nel campo che gli e' piu' congeniale, quello narrativo appunto
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