Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Questa pellicola si inserisce a pieno titolo tra i migliori film realizzati da scorsese. Riprendendo una formula sperimentata con Quei bravi ragazzi con il quale condivide 2 protagonisti e diversi attori (e che purtroppo il pubblico ha visto in un certo senso come un remake) Scorsese riesce a lasciare per quasi 3 ore senza fiato: la trama non si ferma davanti ad ellissi, digressioni, introduzioni di personaggi. Tutto è un susseguirsi di eventi, suoni, canzoni (con una colonna sonora strepitosa ed eclettica) e l'unico elemento di continuità è questo straordinario flusso di denaro che le organizzazioni criminali realizzano dai casinò di Las Vegas. Qui vediamo l'evoluzione ed il relativo decadimento del protagonista, Sam "Asso" Rothstein (De Niro), meticoloso ed eccellente esperto di scommesse che grazie a questo talento entra nelle grazie dei boss mafiosi, i quali gli assegnano un incarico di enorme prestigio, andando a dirigere un casinò appena aperto e dal quale l'organizzazione conta di fare parecchi soldi. La sua abilità e la sua determinazione lo portano in breve ad essere una delle persone più in vista della città, ma l'ingombrante presenza del boss e amico d'infanzia Nicky Santoro (Pesci), sempre più spietato ed incontrollabile, nonché la relazione ed il successivo matrimonio di Sam con la prostituta Ginger (Stone) lo portano verso un inesorabile sconvolgimento della vita a Las Vegas, tra morti ed attentati. Così come per Quei bravi ragazzi la storia è narrata principalmente da una figura legata al mondo mafioso, ma del quale non potrà scalare la cupola. Altrettanto simile è la struttura della meravigliosa vicenda: anche in questo caso vediamo i benefici e il lusso che permette l'affiliazione ad un'organizzazione criminale, anzi qui il protagonista ne diventa la "macchina da soldi", perfettamente inserito nel meccanismo del gioco d'azzardo; e così come il personaggio interpretato da Ray Liotta, anche Rothstein si trova di fronte ad un epilogo da cui esce sostanzialmente illeso (è troppo bravo nel suo lavoro perché i boss rinuncino al denaro che lui riesce a procurare), ma l'intero cosmo che ruota attorno alla sua figura crolla inevitabilmente. Oltre all'interpretazione eccellente di De Niro la vera rivelazione del film è Sharon Stone, che uscendo dall'esclusivo personaggio sensuale sa dare una carica straordinaria al suo personaggio, che forse è il più tragico della vicenda: ancora infatuata del suo protettore, nonostante tutti gli sforzi Sam non riuscirà mai a conquistarla sul serio e da sola si condannerà ad un destino di decadenza e di autodistruzione. La mutazione del personaggio di Ginger è costruita in un modo impeccabile: l'eleganza ed il fascino iniziali lasciano sempre più spazio ad un aspetto trasandato, ad un look estremo a dei comportamenti incontrollabili che arrivano a mettere seriamente in pericolo anche la vita della figlia. Impossibile non citare la meravigliosa fotografia ed i costumi utilizzati nel film: colori sgargianti, abbinamenti di vestiti folgoranti riescono anch'essi a diventare parte della narrazione della storia. Irrinunciabile, come in altre opere di Scorsese il ricorso anche ad un alto tasso di violenza: la sequenza dell'uccisione di Nick e del fratello, massacrati e sepolti vivi è ancora oggi difficile da sostenere.
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