La recensione su Tigri all'assalto

di AndreaVenuti

6 stelle

Railroad Tigers è un film cinese del 2016; diretto e montato da Ding Sheng con Jackie Chan protagonista.

Il film è visibile attualmente su Netflix doppiato in italiano.

Sinossi: Cina, 1941. I giapponesi hanno occupato la nazione e stanno costruendo un importante liena ferroviaria in grado di collegare Tianjin a Nanjing. I vari operai sono ovviamemente cinesi, sfruttati e schiavizzati, tuttavia fra di loro si distingue un piccolo gruppo di ribelli capitanati dalla vecchia volpe Ma Yuan (Jackie Chan) specializzata in assalti ai treni...

Ding Sheng è ormai un nome discretamente noto anche dalle nostre parti, data la sua buona e redditizia amicizia con Jakcie Chan che si è tradotta in tre lungometraggi diretti da Sheng e tutti arrivati nel nostro paese (questo è appunto la loro terza collaborazione).

Sheng è un regista che si è sempre mosso nel circuito mainstream rimanedo però fedele ad una propria idea di cinema che in parte ripropone in questo film, come vedremo a breve.

Railroad Tigers è un gongfupian comedy in salsa western che prova ad amalgamare le idee di entrambi i suoi autori; a tal proposito l'inizio del film si pone come emblema di questa fusione di ideali, raggiungengo un risultato dignitoso e godibile dove una grande dose di comicità slapstik, pensiamo al cameo stesso del regista (un suo marchio di fabbrica, è un contadino che possiede un grosso sacco si patate), si alterna a coreografie marziali originali e ben dirette.

Railroad Tigers propone una struttura in capitoli e ogni segmento è quasi esclusivamente un pretesto atto a rappresentare incredibili e acrobatiche esibizioni marziali contraddistinte sia da una perfetta gestione dello spazio scenico sia da una comicità del corpo estremamente simpatica e nostalgica (rievoca i fasti del Jackie Chan anni Ottanta).

In riferimento a questa breve analisi rimando all'apprezzabile sequenza in cui il nostro eroe in compagnia di Rui Ge (suo figlio Jaycee Chan) devono rubare dell'esplosivo da un deposito giapponese; in questo caso qualsiasi centimetro del set può riservare istanti di comicità caciarona.

I due in seguito quando verranno catturati dai giapponesi ci regaleranno un'altra sequenza particolare: una guardia sottolinea come i prigionieri si somiglino molto ed ecco innescarsi un siparietto comico esilarante con il giovane infastidito da questa osservazione mentre Ma Yuan concorda con il soldato e afferma di aver accudito il ragazzo in più occasioni: «Ti ricordi che ti pulivo il sedere da piccolo?» esclama il protagonista richiamando appunto la realtà.

Ritornando al discorso inziale, ossia il proporre elementi tipici dello stile di Sheng, troviamo un suo grande topos sempre presente nei suoi film ovvero l'inseguimento. Sheng inoltre per la priva volta ricorre ad un uso abbastanza elevato della CGI (complessivamente buona), inoltre due particolari sequenze sono riprese in animazione 3D (una sorta di cell sharing primitivo).

Il film comunque pur presentando scene slapstik simpatiche o improbabili ed originali acrobazie, alla lunga potrebbe risultare noiso ad una certa fascia di pubblico visto il carattere fanciullesco troppo accentuato; a tal proposito il regista poteva lavorare meglio sul bilanciamento fra scene no-sense ed altre nettamente più drammatiche ed il tutto è confermato dal personaggio del generale giapponese Yamaguchi (interpretato da Hiroyuki Ikeuchi).