Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
il freddo non è un 'idea, semmai un sentimento; semmai una sensazione. questo rapido scambio di battute tra mara e quello che lei si è messa in testa che è il suo amante, da un'idea del film e di michele soprattutto. michele lo si sente nominare dall'inizio alla fine e al massimo ci viene concesso di vederlo nei flashbacks o intravederlo(ma non tutto) su un lettino della morgue. intorno ci stanno la madre, un padre, morente, le due sorelle, una zia squinternata e mara, colei che va in giro a dire che il suo bimbo è il figlio di michele, anche se poi avanzando nel discorso è lei stessa a dire che non è proprio sicura che sia suo. si gli assomiglia tanto, anche se michele ha gli occhi chiari e il bimbo color del piombo e michele è rossiccio invece il bimbo è nero di capelli. michele è così assente e così prepotentemente presente. nella famiglia ricca e col padre artista che lo adora, un amico libraio forse innamorato e mara la donna con la quale ha avuto un affaire e forse un figlio e intorno a questo nome che non ha un viso nè un corpo, una fuga repentina in inghilterra per sfuggire ad una famiglia forse troppo ricca, o per sfuggire ad una giustizia che magari lo cerca per coinvoglimenti terroristici. il film è ammantato da un'atmosfera malinconica che sembra affondare le unghie e i piedi in un autunno perenne. anche se poi l'irruenza di mara fa sorridere, incazzare e ridere quasi contemporaneamente. la seyrig è una madre giovane che vive nei ricordi e che confida in un ritorno di michele. la clement è la sorella che corre a riparare alle cose storte del fratello. castel è l'amico che si fa in quattro conquell'aria eternamente smarrita un pò alle strip di schulz. la melato in quello che non esito a definire il ruolo della sua vita in quella che è stata per lei una decade memorabile. come lo dice lei "STRONZA" tra l'incazzatura e le lacrime, non lo dice nessuno/a. il mondo non si ferma se manca una persona. e nonostante michele sia un nome e un'assenza/presenza preponderante nella vita di una manciata di persone, tutto continuerà comunque. ottima la scena finale, di questo strano essere che è mara che s'incammina con la sua carrozzina e i suoi bagagli per un'autostrada quasi deserta.
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