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City Hall

Regia di Harold Becker vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su City Hall

di Enrique
8 stelle

H.Becker firma un film davvero interessante; un thriller metropolitano che respira a pieni polmoni il tanfo esalato dalle fogne che infestano a cielo aperto i collegi elettorali di qualunque angolo di mondo e che di esso rappresentano, anzi, il principale “fertile” humus; con lucida freddezza, sonda, infatti, la torbida natura di quella fitta rete di rapporti umani che essa sola può sospingere un' (apparente) immacolata carriera verso il successo delle elezioni presidenziali (la megalomania è una perversione comune fra i sodali di quel sistema di relazioni). Sonda la natura di quella malta che cementa i mattoni con i quali dovrebbe essere edificato il “palazzo” del quieto vivere insieme (volendo fare una crasi di due delle varie - e sempre splendide - metafore impiegate dal loquace - e sagace - sindaco J.Pappas/A.Pacino per realizzare un’icastica fotografia dell’oggetto del contendere). In una sola, universale parola, il film sonda la “politica”, astrattamente definibile - a seconda del grado di benevolenza dell’interprete - in svariati modi: l’arte del compromesso (volendo colpire di fioretto), o (a non avere peli sulla lingua) un sudicio gioco di potere.
Becker opta, invero, per una strada intermedia. C’è ancora speranza se i governanti di domani potranno identificarsi nei Kevin Kalhoun (J.Cusack) di oggi (perspicace rampante, ma onesto e pieno d’incorruttibili ideali). Eppur tuttavia - pur tralasciando il fatto dell’annunciata (da parte del protagonista stesso) sconfitta alle elezioni comunali (il che - attesa la qualità del curriculum vitae del candidato - la dice lunga sul funzionamento dei meccanismi democratici di selezione della classe dirigente) - c’è da scommettere che siano davvero in pochi a credere ancora che della politica si possa salvare anche solo l’apparenza.
Un ottimo film, dicevo, di cui se ne consiglia la visione a tutti i titolari dell’elettorato passivo (come avvertimento)…e di quello attivo (come promemoria).

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