Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Sci-fi che non cerca consensi con filosofie d'accatto, ma con sana azione, e ci riesce bene.
Pensate che bello se ogni tanto per mezz'ora vi permettessero di vivere la vita di qualcun altro: fare una rapina, o fare sesso con una bella ragazza anche se avete la fede nuziale al dito, o correre a perdifiato sulla spiaggia anche se non avete più le gambe. La potente droga cyberpunk smerciata in Strange Days si sarebbe ben prestata a pistolotti filosofici tipici della fantascienza del tempo, ma, grazie al cielo, se ne tiene lontana. Senso della vita, karma, alienazione, non sono concetti muffiti che vedrete in questo film. La droga virtuale non è base di riflessione, ma il pretesto per far partire la storia. Questo è il sci-fi che avrebbe potuto benissimo girare Tarantino se si fosse dedicato una volta nella sua carriera al genere: azione (tanta), personaggi svalvolati, inquadrature morbose, addirittura una strizzata d'occhio alla blaxploitation con l'eroina black che mette in ombra lo sfortunatello Lenny. Unica nota stonata: è un peccato che il saporito scenario preapocalittico di guerra fra razze si sciolga in quell'ecumenico e buonista bacio finale. Non puoi per tutto il film farmi annusare l'odore della distruzione e del sangue e poi propinarmi un messaggio di speranza da libro Harmony.
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