Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Noir fantascientifico di marca Bigelow-Cameron, capace di coniugare le tensioni e paranoie di fine millennio con il dirompente talento visivo della regista statunitense. Un esempio di Cyberpunk di alta fattura, un film dal grande contenuto visivo e concettuale, un thriller che non vi darà respiro fino ai titoli di coda.
Strange Days, sceneggiato da Jay Cocks e dall'ex enfant prodige della fantascienza James Cameron e diretto dalla di lui ex moglie Kathryn Bigelow, è un noir fantascientifico del 1995 appartenente al sottogenere del Cyberpunk e, come molti altri film del periodo, con evidenti derive estetiche di bladerunneriana memoria. Trattasi anche in questo caso di un film cult che all'uscita al cinema non è stato capito e ha avuto scarsi risultati al botteghino, salvo poi essere rivalutato ampiamente ed elevato al rango di uno dei film-simbolo della fantascienza anni '90.
Los Angeles, 30 Dicembre 1999. Lenny Nero è un ex-poliziotto che per tirare avanti fa lo spacciatore, ma non di roba qualsiasi: il suo campo sono delle particolari clip che mediante un lettore SQUID possono far rivivere, attraverso "filo-viaggio", esperienze di vita altrui. Da poco lasciato dalla fidanzata Faith per il suo ex-cliente, il produttore discografico Gant, Lenny viene contattato dall'amica Iris, una prostituta braccata da due poliziotti, la quale getta nella sua macchina una clip e fugge alla vista degli agenti. Dopo poche ore Nero riceve un "black jack", una clip anonima contenente la morte in diretta della sua amica ad opera di un misterioso psicopatico e, giunto sul luogo dell'omicidio, scorge il cadavere di Iris portato via da un'ambulanza. A poche ore da capodanno 2000, con il supporto dei suoi due migliori amici, l'esperta in combattimento e guardia del corpo Lornette "Mace" Mason e l'investigatore privato Max Peltier, Lenny inzia ad indagare per scoprire chi si cela dietro all'assassinio di Iris, convinto che in questa storia abbiano un ruolo anche Faith e Jeriko One, un rapper di colore che invitava i cittadini di Los Angeles alla rivolta contro le forze di polizia ucciso in circostanze misteriose...
Diretto con vigoroso senso del ritmo e virtuoso talento dalla regista con più palle che il cinema ricordi, Strange Days colpisce lo spettatore per la carica distopica e pessimista con cui ci racconta la fine del secolo scorso, pronto ad implodere in un'imminente apocalisse. La metropoli è ancora una volta l'habitat del degrado fisico e morale dell'umanità, il campo di battaglia su cui sfogare le tensioni interrazziali e il malcontento di una società sempre più sull'orlo del baratro. La polemica contro lo strapotere e i metodi violenti ed arbitrari delle forze di polizia è ficcante quanto necessita un thriller di tale calibro, senza contare il sovraccumulo di scontri sociali che con gli anni, anzichè diminuire, sono aumentati a dismisura. Il disagio ambientale è acuito da scene di violenza urbana consumate di notte nei quartieri non solo di periferia e dalla presenza costante dell'esercito e di sbirri in tenuta anti-sommossa. In mezzo a questo deterioramento dello stato di polizia, prendono campo le vicende di Lenny Nero e dei bassifondi in cui sopravvive, in cui ogni personaggio è intriso dell'imperante ambiguità morale che contraddistingue ogni noir post-moderno che si rispetti ed è pronto a tutto per guadagnare il più possibile a spese degli altri. A visione inoltrata un personaggio arriva persino a sputarcelo in faccia:"Devi prendere quello che puoi quando puoi, perché uno stronzo qualsiasi può farti saltare la testa con una calibro 28 da un momento all'altro!". In un mondo in cui tutti hanno bisogno di fare una capatina nel vicolo cieco di tanto in tanto, Lenny è capace di galleggiare sul dorso nel grande cesso della vita senza che niente lo tocchi, uscendone quasi sempre come un goffo romanticone...almeno fino a quando non viene messo in mezzo ai tumulti dalla sua amica e di conseguenza preso di mira dallo psicopatico responsabile della sua morte. La trama per nulla semplice e il vortice di paranoia che implica sono ben gestiti dalla Bigelow, regista d'azione a suo agio nelle sparatorie di strada e capace di dosare la violenza fisica e verbale della sceneggiatura. Le sue armi sono riprese multiple, ralenty e un uso della soggettiva all'avanguardia che ancora adesso non ha rivali, capace di creare scene ad alto tasso adrenalinico così come disturbanti sequenze che personalmente sconsiglio a chi non è abituato a film così cruenti (ma mi si lasci dire che la scena dell'omicido di Iris, per quanto sia tremenda da guardare, ha una forza registica senza eguali e riuscirebbe a suscitare repulsione anche negli stomaci più forti), oltre che un talento enorme nel coniugare l'estetica da videoclip con temi importanti e non facili. Ancora oggi, la panoramica dall'alto del party di fine millennio ha un grande impatto visivo e dimostra le enormi capacità della ex-signora Cameron nella messa in scena, sempre ricca e coinvolgente, merito anche di una fotografia e di un montaggio perfetti che fanno passare in secondo piano i passaggi in cui la trama scorre con meno fluidità. Ma i meriti del film non sono solo questi: importanza centrale assumono infatti i ricordi e il loro riutilizzo per mezzo dei lettori SQUID, a dimostrazione del voyeurismo e della perversione raggiunti dall'essere umano, ormai pago di niente e desideroso sempre del frutto proibito anche se proveniente dalla corteccia cerebrale di qualcun altro. Ma i ricordi sono fatti per svanire, e forse c'è una buona ragione per tutto ciò: forse la precarietà della memoria serve a ricordarci che dobbiamo vivere qui, ora, e non rivivere il passato come se guardassimo una videocassetta. A coronare il tutto, un "lieto fine" per una volta liberatorio e quanto mai agognato, con Lenny che finalmente riconosce il valore della sua insostituibile Mace e decide di rompere una volta per tutte con il passato e con la sua ex fiamma, in modo da vivere appieno il presente al fianco della sua splendida e innamorata donna.
Sottostimato all'uscita in sala ma successivamente e doverosamente riabilitato, Strange Days è un film che merita di essere visto per la regia granitica di Kathryn Bigelow, per la visione pessimista del futuro che propone e per le ottime interpretazioni di Ralph Fiennes, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore e Michael Wincott.
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