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Strange Days

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Strange Days

di Enrique
6 stelle

Strange Days nasce come film dichiaratamente ispirato a suggerire allo spettatore un modo nuovo di guardare allo sviluppo teconologico che ci attende (i Google Glass e diavolerie affini sono lì, qualche lustro dopo, a confermarcelo). Un mondo dove le persone smetteranno di vivere l’oggi, il presente per regalarsi spezzoni emotivi altrui che condensano piacevoli esperienze di vita, per tutti i gusti (anche i disturbanti “blackjack” apprezzati da persone con seri disturbi mentali); per potersi immergere in un mondo che non appartiene loro, onde trovare rifugio da una realtà cruda che non offre prospettive migliori.

 

Però questa, a ben vedere, è solo una faccia della medaglia.

I giorni del countdown di fine millennio (poco importa che il millennio finirà soltanto l’anno successivo) coincidono con quelli di un’imminente nuova era. Un’era in cui una nuova, multietnica classe politica che proviene dai bassifondi e pare ben determinata è pronta a scommettere tutto su un’imminente terremoto politico che stravolgerà per sempre il destino del proprio paese; ed è pronta a tutto pur di sovvertire l’ordine sociale e scatenare una rivoluzione “proletaria” senza eguali che ponga fine allo stato di polizia vigente fino a quel momento.

http://www.dcine.org/sites/default/files/imagenes-pelicula/dias%20extra%C3%B1os2.jpg

Tutto lascia, dunque, presagire che questo cambiamento sia inevitabile. Lo si percepisce nell’aria. Lo si percepisce ad ogni angolo di strada; negli occhi della gente. Finanche in un preciso frammento di memoria.

L’ultima goccia destinata a far traboccare il vaso.

 

Ed è a questo punto che entra in scena Lenny Nero (R. Fiennes), strenuamente impegnato nella missione di risolvere una brutta bega di carattere apparentemente personale, che si allargherà sempre più sino a farlo rimanere invischiato nel drammatico turbine di delirio collettivo di cui si è detto.

Un delirio per il quale il sistema malato che ad esso ha dato i natali saprà, nondimeno, trovare il vaccino.

 

Il film della Bigelow è di sicuro pregio. Cattura per l’idea innovativa e premonitrice che sviluppa. Cattura per via di una fotografia vertiginosa che aiuta le scene d'azione a catturare meglio lo spirito adrenalinico della pellicola (Stefano L) e cattura per l’abilità di evocare quelle buie atmosfere noir (e, a tratti, nichiliste: GARIBALDI1975) da valido candidato ad erede di Blade Runner.

http://www.tasteofcinema.com/wp-content/uploads/2014/04/Strange-Days-1995.jpg

E´ un film, tuttavia, che non sempre funziona al meglio.

Non sa dosare bene i tempi della narrazione. Il ritmo si fa serrato in più di un’occasione, eppur tuttavia la durata eccessiva del film lo fa rallentare, di molto, in altre. Il fragore della piazza (e della bolgia di un preciso locale) perennemente festaiola (eppure sempre blindatissima) che sbraita e ulula al nuovo millennio è spesso stordente e, nella sua ripetitività, finisce per annoiare. La causa per cui si affanna tanto Lenny (riavere la sua instabile ex, che pure lo rifiuta aspramente, e scoprire il responsabile dell’omicidio della sua amica prostituta) non appassiona, se parametrata alla portata degli avvicendamenti sociali che fanno da sfondo (ma solo all’inizio) alla storia. Solo quando la coppia Bigelow/Cameron iniziano a scoprire le carte il thriller si fa più interessante, ma l’inghippo si ripresenta nel finale giacchè, chiarificatore quanto si vuole, porta il marchio di fabbrica della Hollywood più gretta (marcopolo30).

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