Regia di Maurizio Ponzi vedi scheda film
Fiction di mediocre livello, blanda in quanto a scene, caratterizzazione dei personaggi, dialoghi, situazioni: populismo, volemose bene, approssimazione di un'Italia che fu e che tanto fece. Il flusso degli emigranti dal sud al nord della nazione è così rappresentato attraverso qualche stereotipo facilotto (la giovane sicula incinta in fuga per la vergogna in grembo, il buon prete che la accudisce, l'industrialotto con amante relegata un paio di vagoni più avanti, per nasconderla agli occhi del figlio adolescente...) ed una serie di interpreti di livello mediocre, fra i quali spiccano (per bravura) quelli probabilmente divenuti meno celebri: i due Claudio B. (Bigagli e Botosso) e Marescotti; inutile accanirsi invece contro la piattezza nella recitazione di Scarpati e le inesistenti capacità della Cucinotta, che per il Cinema è notoriamente negata da sempre. Sceneggiatura del regista e di Luigi Guarnieri e Melania Gaia Mazzucco; produzione Medusa/Mediaset di medio budget che ha inspiegabilmente (davvero?) ricevuto i contributi economici del Dipartimento spettacolo del Consiglio dei ministri, a titolo di 'film di riconosciuto interesse culturale nazionale'. Mezzo voto in meno per quest'ultima pagliacciata. 4/10.
Metà anni '60: un treno parte da Palermo verso Milano, carico di emigranti e di italiani in fuga verso un'Italia più accogliente. Trent'anni dopo rivediamo sulla stessa tratta, ma a percorso inverso, i protagonisti di quel viaggio invecchiati ed i loro figli che si reincontrano.
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