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Sabrina

Regia di Sydney Pollack vedi scheda film

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La recensione su Sabrina

di Antisistema
3 stelle

Da che parto? Non saprei... vediamo un pò... iniziamo dalla semplice quotidianetà, non mi sentivo molto bene e quindi facevo zapping sui vari canali e m'è capitato su Rete 4 un film che era appena iniziato. Dopo i primi minuti ci stavo rimuginando sopra e quelle che m'erano parse delle citazioni al capolavoro Sabrina di Wilder (1954), stavano diventando veri e propri plagi, così schiaccio il tasto informazioni e nel modo più imprevedibile possibile, ho scoperto che anche Sabrina a metà anni 90' ha avuto un remake (ma i titoli di testa del film, poco dopo menzionano chiaramente ciò) e per di più girato da Sidney Pollack (che evidentemente aveva dei debiti con la mafia o altro), non un regista da storia del cinema, ma comunque uno che sapeva il fatto suo e negli anni 70' ha realizzato anche dei bei film niente male. Oramai il film era iniziato e così tanto valeva concluderlo, possibilmente pensando al meno possibile al film di Wilder perchè volere è potere... purtroppo il detto non corrisponde alla realtà e dopo 10 minuti questo proposito era perso in partenza. 

 

Tra un perchè di quest'operazione ogni 10 minuti e il ricordo ogni 5 minuti degli interpreti del film originale, stancamente sono giunto alla fine di questo film ed il verdetto è che Pollack ha confezionato un film inguardabile. Non voglio intervenire nel dibattito remake si e remake no; non mi interessa, anche se la sfida era già persa in partenza, poichè il capolavoro Wilderiano a distanza di 40 anni (il remake è del 1995) non aveva perso alcuno smalto; anzi, è come il vino, più invecchia e più lo adori (ed infatti anche nel 2018 è un film praticamente perfetto). La trama ricalca l'originale più o meno fedelmente, ma con qualche piccolo (ma enorme) cambiamento che secondo Pollack serviva ad "aggiornare" (cosa?) il film di Wilder agli anni 90'. Il difetto principale è che il regista ha deciso di eliminare l'atmosfera fiabesca; se ben ricordate la forza del film di Wilder era di essere una fiaba dichiarata non solo a parole (vi ricordo l'introduzione iniziale della voce fuori campo "C'era una volta"), ma anche nell'atmosfera grazie anche alla bellissima fotografia di Charles Lang. Pollack elimina questo e quindi praticamente ammazza Sabrina prima ancora di cominciare, poichè non è minimamente credibile che una ragazza dopo 2 anni a Parigi dove si è realizzata in tutto e per tutto come fotografa di moda (eh si, la cuoca non andava più bene, perchè non fà ragazza emancipata evidentemente... in pratica in caso di regresso dell'umanità a tempi bui, sapremo scattare belle fotografie ma moriremo di fame); e per di più ha una storia con un fotografo francese (con cui và anche a letto!), alla fine risulti ancora interessata a David. Nel vecchio film l'atmosfera fiabesca rendeva credibile i sentimenti di Sabrina verso David anche a distanza di anni (oltre a fatto che Wilder da bravo furbacchione, ha omesso di raccontare troppo in dettaglio il soggiorno a Parigi di Sabrina... Pollack commette questo errore e cade in una pesante incongruenza). 

 

In sostanza se il film di Wilder mi faceva sognare, il film di Pollack ci mette ben poco a deprimermi. Per il resto il regista ci mette anche di suo per affossare il film con un ritmo pachidermico, dei dialoghi indecenti ("David è bello, il più bello di tutti", "Ho vissuto una vita non mia, aiutami mia dolce Sabrina"... Wilder dei dialoghi così imbecilli non li avrebbe mai scritti e in caso l'avrebbe fatto, Audrey Hepburn e Humprey Bogart, per dignità personale si sarebbero rifiutati di recitare queste battute), un' estetica da soap opera, una cattiveria inesistente (la madre ha dei rimorsi su come possa sentirsi Sabrina dopo la mossa di Linus di mollarla a Parigi... ammazza che donna dal cuore tenero; la vecchia madre del film originale, a Sabrina l'avrebbe spedita a Parigi in un pacco postale in manco 2 secondi) e degli attori che mi spiace per loro, non reggono il confronto. 

Billy Wilder nel libro intervista su Crowe, c'è andato giù pesante su Julia Ormond, definendola poco elegantemente un pesce lesso; c'è da dire che Audrey Hepburn pur sfogiando una grande intepretazione (ma non all'altezza di quelle da Storia di una Monaca in poi), è un mito contro cui scontrarsi è impossibile per chiunque, indipendentemente dalle doti recitative (anche una grande attrice come Julie Binoche che volevano scegliere per il ruolo e saggiamente rifiutò, ne sarebbe uscita sconfitta); poichè come disse Wilder "Quell'abito Ginvenchy è indossato per sempre dalla vera Sabrina", quindi anche se Ormond riesce a non imitare la Hepburn (ritrae una Sabrina più indipendente; è la sceneggiatura e la regia che la penalizzano a mio modo di vedere), ne esce umiliata perchè è una bellezza ordinaria, invece la grazia e l'eleganza di Audrey Hepburn erano semplicemente uniche, originali e inimitabili; per questo a distanza di decenni Sabrina resta uno dei personaggi che ne hanno fondato il mito e la rendono ancora amata e celebrata anche nel nuovo millennio. 

Non bisogna dimenticarsi che la pellicola Wilderiana, aveva un trio di protagonisti che si completavano a vicenda; ed infatti oltre alla Hepburn, avevamo il mito di Casablanca, Humprey Bogart, che viene qui rimpiazzato da un imbolsito quanto macchiettistico Harrison Ford (che m'è sembrato veramente vecchio per la parte... altro che Bogart) e William Holden; divertente nei panni dell'eterno playboy superficiale che si cucca donne su donne e qua è sostituito da un Greg Kinnear che non si sà perchè, non solo sia ammirato da tante ragazze, ma anche perchè la protagonsita lo preferisca a Ford; in sostanza un casting totalmente sbagliato. 

In sostanza come potete ben comprendere, questo remake è un vero e proprio pastrocchio senza forma (le immagini non reggono il confronto) e sopratutto senza anima (quel finale così smorto e senza passione alcuna, la dice tutta sull'inutilità dell'operazione). Una grande delusione, perchè comunque c'era Pollack dietro, l'avesse diretto il direttore della fotografia della seconda unità di Panarea di Castellano e Pipolo, c'avrei creduto, ma Pollack no. Un remake avrebbe senso se l'originale ha mal sfruttato il soggetto alla base, o comunque vuoi stravolgerlo con una sensata ed opportuna rivsitazione personale; in questo caso, non abbiamo nessuno dei due casi e quindi la sconfitta per Pollack è totale, ma c'è anche da dire che se anche non fosse esistito il film originale, i dialoghi terribili (e non puoi permetterti di sbagliare questo punto) e la scarsa gestione del ritmo da parte del regista, affossano la pellicola, la quale non ebbe molto successo al botteghino all'epoca. Pure la critica tiene in scarsa considerazione il film (Mereghetti lo bastona con 2 stelline), ma ci sono alcuni che invece non lo considerano poi male come Morandini, che gli dà 2.5 stelline definendolo all'altezza dell'originale e aggiornato nei punti giusti (per onor di cronaca a parte non essere d'accordo minimamente, c'è da dire che Morandini non ammira molto neanche la pellicola di Wilder a cui dà 3 stelline). 

 

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