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Adios Gringo

Regia di George Finley (Giorgio Stegani) vedi scheda film

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La recensione su Adios Gringo

di mm40
3 stelle

Accusato ingiustamente di furto di bestiame, il pistolero Brent si mette sulle tracce dell'uomo che lo aveva ingannato. Sul suo cammino incontra e salva la vita a Lucy, con la quale riprenderà il suo cammino di vendetta.

 

Dietro allo pseudonimo George Finley c'è l'italianissimo Giorgio Stegani, come usava d'altronde fare ai tempi; allo stesso modo Ida Galli è Evelyne Stewart sui titoli di testa, così come Massimo Righi risulta Max Dean, Gino Marturano diventa Jean Martin (bellissimo alias) e Nello Pazzafini prende il nome di Ted Carter; per quanto riguarda il protagonista centrale Giuliano Gemma, invece, il nome originale viene mantenuto saldo in cima all'elenco degli interpreti, sparato sullo schermo ancor prima del titolo della pellicola. Questo perchè Gemma, stuntman affermato e comparsa degna di nota, aveva nei mesi precedenti raggiunto finalmente la celebrità interpretando proprio ruoli simili, in primis quelli dei due Ringo diretti da Tessari (Una pistola per Ringo e Il ritorno di Ringo). A Stegani, con tanto protagonista, basta una sceneggiatura di pochi e semplici fatti per licenziare un prodottino economico, agile e di sicura rendita al botteghino; tratto da un romanzo di Harry Whittington, il copione è firmato da Luis Jerez, Michele Villerot e George Finley. Per il regista si tratta della prima effettiva regia, dopo l'esperienza di co-direzione della spy story di serie C Da 077: criminali ad Hong Kong (1964); si era inoltre fatto la gavetta come assistente del collega Giorgio Ferroni, con il quale aveva cominciato ad apprezzare l'azione (in un paio di peplum) e lo stesso genere western all'italiana, avendo aiutato Ferroni in Un dollaro bucato (1965); ecco quindi che Adios gringo si propone come lavoretto di mestiere banale quanto il suo titolo, ma per lo meno confezionato con il minimo o perfino qualcosina in più di sindacale decoro. E se Gemma è, manco a dirlo, il buono dalla faccia pulita, Pazzafini è il torvo cattivo: un'accoppiata di clichè che accompagnerà il cinema nostrano ancora per molti anni. 3/10.

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