Regia di Ricky Tognazzi vedi scheda film
Quarto lungometraggio firmato dal primogenito di Ugo Tognazzi. Dopo un debutto passato abbastanza in silenzio (Piccoli equivoci), Ricky Tognazzi pare aver trovato la sua strada nel cinema 'civile', improntato alla denuncia di malesseri sociali e fatto di storie vere, vive, crude: dopo il tifo degenerato degli Ultrà (1990) e la mano invisibile della delinquenza organizzata sulle istituzioni del Paese (La scorta, 1993), ecco che l'argomento centrale di questo Vite strozzate è l'usura, problema sotterraneo e raramente trattato al cinema. Buono il cast, che vede primeggiare un ottimo Luca Zingaretti e, al suo fianco, volti affidabili come quelli di Ricky Memphis, Lina Sastri e Vincent Lindon e altri più discutibili come quelli di Sabrina Ferilli e Francesco Venditti (ruolo laterale anche per Violante Placido, figlia di Michele); sceneggiatura firmata dal regista ancora (come nei due precedenti lavori) insieme a Graziano Diana (già autore per Ettore Scola) e alla moglie Simona Izzo. Ritorna anche Ennio Morricone, presente già ne La scorta, con una colonna sonora più ispirata rispetto al film precedente, che di tanto in tanto riecheggia il ritmo serrato e cupo del tema centrale di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970). Un lavoro sufficientemente ispirato e adeguatamente confezionato. 6/10.
Uno stimato commercialista ha in realtà una seconda vita - molto più redditizia - come usuraio. Quando un amico in difficoltà economica gli chiede aiuto, l'uomo vede la possibilità di approfittarsene...
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