Regia di Joe Johnston vedi scheda film
Nel 1969, il giovanissimo Alan, rampollo della famiglia Parrish, proprietaria di una piccola fabbrica di calzature nella località di Brantford, New England, trova, all'interno dello scavo di un cantiere, un forziere contenente un antico gioco da tavolo, dal nome "Jumanji". A sera, dopo una discussione con il ricco genitore, inizia il gioco, insieme alla sua amica Sara. Ciò che il gioco, misterioso ed evidentemente magico, preannunzia, prodigiosamente si verifica. Accade così, che Alan è risucchiato in una sorta di dimensione alternativa, mentre Sara fugge sconvolta. Ventisei anni dopo, la grande casa Parrish è in stato di abbandono. La vanno ad abitare una signora con due ragazzini, Peter e Judy, rimasti da poco orfani, i quali di lì a poco trovano il gioco e ... continuano la partita iniziata molto tempo prima e mai conclusa. Attraggono nella nostra dimensione fantastiche creature esotiche, e lo stesso Alan, ormai adulto. Per far tornare le creature nella dimensione di origine, e cambiare il corso degli eventi passati, è necessario terminare il gioco, ma prima bisogna trovare la quarta giocatrice, Sara. Non avevo mai visto prima d'ora questo film fantastico, che, ricordo, ebbe una discreta notorietà nel periodo della sua uscita. La trama ha una certa complessità, e molti personaggi; la componente fantastica, legata alla presenza del gioco "Jumanji", non dissimile dal "gioco dell'oca", con i suoi messaggi ai giocatori ed i conseguenti effetti - la cittadina di Brantford è invasa dalle creature che tipicamente popolano le jungle, compreso un implacabile cacciatore in tenuta coloniale - è affiancata dal racconto delle fin troppo umane traversie dei protagonisti e della cittadina di Brantford. Il giovane Alan è in disaccordo con il padre, uomo tutto d'un pezzo, ma avrà modo di comprendere quanto egli gli abbia voluto bene. Peter e Judy soffrono per la recente perdita dei genitori; Sara è stata segnata dall'incredibile sparizione di Alan e, forse perchè ritenuta concausa dell'evento, non è riuscita a stringere legami con nessuno. La rovina della famiglia Parrish, conseguente alla sparizione di Alan, è stata una sventura per l'intera Brantford, ridotta nel 1995 quasi ad una città fantasma. Il lieto fine, adeguato alle tonalità leggere della vicenda, "cancella" le sventure, ma non impedisce allo spettatore di riflettere. Buona interpretazione per Robin Williams nel ruolo dell'Alan adulto; tra gli attori più giovani, spicca la presenza della brava Kirsten Dunst. Gli effetti speciali, presenti in grande quantità, iniziano a mostrare la loro notevole età; nonostante ciò, il film è piacevole ed ha un minimo di "profondità". Gli elementi fantastici ed avventurosi si fondono con le vicende umane dei personaggi, realistiche e non sempre felici.
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