Regia di Michele Lupo vedi scheda film
Michele Lupo ebbe una carriera breve (quantomeno per un regista), ma intensa: in vent'anni di lavoro girò (almeno) 23 pellicole. Si capisce facilmente perchè: esordendo nel periodo di massimo splendore dei peplum (film storici/mitologici in costume) e, subito dopo, degli spaghetti western, ebbe carta bianca per realizzare una manciata di film a budget ridotto con discreto esito al botteghino, riuscendo quindi a mantenersi a galla per lo meno fino alla fine dei Sessanta: dopodichè dovette inventarsi qualcosa, fra storie d'amore e commedie e infine il sodalizio con Bud Spencer, con cui collaborò nei suoi ultimi cinque titoli. Questa rivisitazione del personaggio kubrickiano di Spartacus (del 1960) è tanto blanda e raffazzonata quanto genuina e volonterosa. Chiaramente le buone intenzioni non contano granchè di fronte a risultati decisamente mediocri come quelli di questo lavoro, però si può riconoscere a questo La vendetta di Spartacus un minimo di compattezza e di ritmo, doti che spesso i lavori analoghi del tempo non avevano. Il legame con il film di Kubrick, si diceva, è tanto pretestuoso che per tutta la pellicola il personaggio del titolo viene chiamato all'italiana Spartaco. E neppure compare, o quasi (!), poichè muore nella prima scena. Già un'operazione simile l'aveva portata a termine Sergio Corbucci due anni prima, con Il figlio di Spartacus, completamente avulso dal titolo del 1960. Nel cast la star è l'esperto del genere Gordon Mitchell, ma il suo ruolo è marginale; al centro della storia sono invece i personaggi affidati a Robert Browne, Scilla Gabel, Daniele Vargas e Giacomo Rossi-Stuart, tutti già visti in parti mitologiche negli anni immediatamente precedenti. Lo stesso si può dire dei due sceneggiatori (Lionello De Felice ed Ernesto Guida), i cui nomi non sono celeberrimi, ma che già avevano incrociato il regista per il suo primo lungometraggio, Maciste il gladiatore più forte del mondo. Apprezzabili le musiche di Francesco De Masi, abbastanza giovane (classe 1930), ma molto richiesto in quel periodo. 3/10.
Spartaco è stato crocifisso, ma la notizia viene tenuta nascosta; soltanto Valerio non vuole crederci: e incita così i gladiatori alla rivolta, prendendone la testa.
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