Regia di Rob Reiner vedi scheda film
Avrebbe dovuto essere Robert Redford e alla fine fu eletto Michael Douglas, reduce da un paio di interpretazioni carnali e disinvolte. Eppure funziona come presidente vedovo e rassicurante, forse un tantino idealizzato e molto glamour (come d’altronde Hollywood vorrebbe che fosse il commander in chief), che s’innamora all’improvviso della ringhiosa Annette Bening, giornalista ambientalista più giovane di lui. La love story presidenziale non viene presa bene dall’elettorato e per di più le perplessità di lei rischiano di rompere l’incantesimo. La saggezza del presidente e della sua figliola fanno trionfare l’amore. Rob Reiner, commediante di valore e regista esperto del genere, realizza una delle commedie più sentimentali del decennio, corretta e dignitosa nel suo andamento pacifico e rasserenante comunque mai mieloso (la penna del democratico Aaron Sorkin si sente), espressione di un cinema da “tempo di pace” che potremmo chiamare clintoniano e che è un po’ la sintesi del classicismo hollywoodiano e del sarcasmo progressista. Attorno a Douglas c’è uno stuolo di star liberal capitanato dal futuro presidente televisivo Martin Sheen, in cui spiccano Michael J. Fox già in rallentamento di carriera per malattia e di Richard Dreyfuss come “cattivo”.
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