Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film
Jane è orfana e la crudele zia, appena può, la sbatte in un rigidissimo istituto. Uscitane ormai adulta, diventa istitutrice nella villa di un maturo e affascinante uomo, sposato ma con una donna problematica che non ama.
A tre anni di distanza da Storia di una capinera (1993), tratto da Verga, Franco Zeffirelli mette in scena per il grande schermo questo Jane Eyre, l'opera più celebre di Charlotte Bronte, confermando così la vena ispirata al romanzo ottocentesco di questo suo momento artistico. La trasposizione funziona bene, vuoi per la buona adesione al testo di partenza (la sceneggiatura è firmata dal regista con l'inglese Hugh Whitemore, da oltre trent'anni autore di copioni per lo più televisivi); vuoi per la rinomata cura formale del regista, che in questa circostanza non calca eccessivamente la mano sulla confezione e lascia il giusto spazio ai contenuti; vuoi infine per le azzeccate scelte di casting che permette la coproduzione a tre teste fra Italia, Francia e Inghilterra. Nel cast compaiono infatti Charlotte Gainsbourg, William Hurt, Geraldine Chaplin, Maria Schneider, Elle Macpherson, Anna Paquin; un'altra pausa di tre anni attende Zeffirelli, che tornerà dietro la macchina da presa nel 1999 per Un tè con Mussolini. 6/10.
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