Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Quando era all'apice del successo, vale a dire dopo la strabiliante affermazione di "Va' dove ti porta il cuore", un fenomeno di vendite che portava a notare il libro alla gente in spiaggia, nelle stazioni, dove capitava, come accaduto anni dopo per "Io uccido", Susanna Tamaro se ne venne fuori dicendo in un'intervista esclusiva che lei avrebbe potuto spostare milioni di voti alle elezioni. A giudicare dal successivo "Anima mundi" le potenzialità di influenza della scrittrice erano già parecchio ridimensionate, e benchè in molti giudicassero all'epoca il libro da cui questo film è tratto una sorta di vademecum moderno dei sentimenti, a me parve abbastanza scorrevole ma di una banalità eclatante, soprattutto nelle ultime due pagine che in teoria dovevano essere la chiave della storia e la lezione morale da suggerire ai lettori. Ecco, la versione per il cinema è più o meno simile: a una discreta conduzione degli interpreti, corrisponde una prevedibilissima regia e se si paragona ai melodrammoni doc degli anni Cinquanta, il lungometraggio della Comencini non ne presenta nemmeno per idea una simile abilità lacrimogena, stemperandosi in un racconto poco emozionante, e che ha molto del già visto e sentito.
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