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Heat La sfida

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Heat La sfida

di (spopola) 1726792
10 stelle

Lo straordinario film di Mann è un gangster movie che si muove agilmente nel solco della tradizione del genere (il nome che più direttamente viene in mente per associazione di idee, è quello di Howard Hawks), ma l’intento (riuscitissimo) è proprio quello di “rinnovarlo” dall’interno, capovolgendone l’ottica. Come ha scritto John Wrathall (ben centrando il problema), “di tutti i registi americani che si ingegnano a tener viva la tradizione del film noir, Mann  sembra il più intenzionato a immettere nel genere veri personaggi e un autentico respiro morale, e il più restio a cedere al luogo comune”. Un grande film dunque, checché ne dica Moretti (Aprile)  così corposo e pieno di stimoli, da diventare un vero e proprio “manuale” dal quale attingere sollecitazioni e impulsi.
La specularità dei due protagonisti  è ovviamente il punto di partenza privilegiato scelto dall’autore, con quella “rilettura” aggiornata del genere a cui si accennava sopra, così radicale da lasciare il segno: qui anche il crimine più che una "vocazione" è un mestiere al quale dedicarsi corpo e anima fino a farsene assorbire completamente... per diventare certamente una "inesorabile macchina da guerra”, ma con la sotterranea aspirazione ad una vita tranquilla, perfettamente inquadrata nello schema borghese…  che poi è un posizionamento non molto dissimile da  quella del poliziotto che gli da la caccia, anche lui “allo stesso modo” maniacalmente "devoto" al lavoro che si è scelto, determinato ad assolvere il proprio compito fino in fondo... Siamo insomma di fronte a due "eroi" (si fa per dire: nessuno dei due viene trattato in questa chiave, né tantomeno sono fatti oggetto di un'attenzione di coinvolgente e accattivante  "simpatia" da parte del regista) un pò  nichilisti quasi Melvilliani indissolubilmente "attaccati" al proprio ruolo, e pienamente consapevoli che dovranno cercarsi ed affrontarsi “ad ogni costo”, anche se l'impresa - e ne sono perfettamente coscienti - è già in partenza e di per sé, suicida... come lo sarà davvero (inevitabilmente) almeno per uno di loro.
Tre ore di azione incalzante, dunque,  che si snoda fra le strade e nei locali di una Los Angeles che diventa a sua volta “personaggio” (quasi sempre nel cinema di Mann i luoghi scelti per le azioni sono molto di più che una cornice inerte), fra i due titani, Pacino e De Niro, che dominano magnificamente la scena, perfettamente contrapposti, un criminale e un poliziotto tanto “simili” da poter essere davvero interscambiabili (sono le circostanze a fare la differenza e a indirizzarli su differenti strade e fronti). Basterebbe la sequenza straordinaria nel caffè (una delle poche nelle quali i due giganti si trovano a confrontarsi in “diretta”, seduti allo stesso tavolo e ancora “quasi amici”) a definire davvero la cifra stilistica dell’opera, che è poi una serrata caccia fra gatto e topo, un rincorrersi “specchiato” che ha riverberi straordinari dentro un modo di fare cinema di una potenza immaginifica senza eguali, in un crescendo di emozioni senza fine che si esalta in quella sequenza conclusiva “struggente” che è a suo modo la resa delle armi, il rispettoso omaggio che conferma le affinità di due “pensieri” conformi che solo  le scelte e la sorte ha reso avversi.  E che comprimariato di lusso!!! Non solo le due donne anch’esse "contrapposte" (Diane Venora e Ann Brenneman) ma anche, e soprattutto, la potenza delle caratterizzazioni di Tom Suzemore, Val Kilmer e John Voight e Ashley Judd. Straordinaria colonna sonora di Elliot Goldenthal che ben si coniuga con il ritmato, serrato montaggio “senza un attimo di tregua”, opera di un team affiatato come quello composto da Dov Koenig, Pasquale Ruba, William  C. Goldenberg e Tom Rolf e bellissima fotografia dai densi colori contrastati, di Dante Spinotti.... e su tutto una messa in scena che ha davvero "il coraggio" di osare" praticamente in ogni inquadratura.

Sulla trama

La banda di McCauley (De Niro) a messo a segno a Los Angeles una serie di colpi spettacolari, grazie alla abilità con la quale il capo riesce ad eclissarsi. Ma nel corso di una nuova rapina (l’attacco a un furgone blindato di una banca) qualcosa andrà male a causa del “cedimento” di uno dei malviventi che determinerà la morte di quattro poliziotti. Verrà affidato a Vincent Hanna (Pacino) uomo tutto d’un pezzo, proveniente dai Marines con una vita travagliata alle spalle (due divorzi e un nuovo matrimonio in corso) il compito di “fare giustizia”.. e da qui in avanti i colpi di scena 8anche relativi alla vita privata) si susseguiranno serrati come in una spirale avvolgente che non potrà portare che a una conclusione…

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