Regia di Claudio Fragasso vedi scheda film
Un buon thriller di mafia. Ma non è solo un film d’azione per evadere; ha tanti spunti per riflettere.
Lodevole è il senso di colpa, e il conseguente disagio esistenziale, che permea la vita del criminale, e dei suoi familiari, che a ragione lo odiano per quello.
Nient’affatto retorico, e ugualmente lodevole, è lo spaccato sulla vita quotidiana e le condizioni di esistenza delle forze dell’ordine: persone a rischio ogni momento, per un interesse superiore, ma con un distinguo preciso: non solo per il fatto di avere una divisa, allora uno è da stimare in quanto buono servitore dello stato. Infatti la denuncia di Fragasso è forte e inequivocabile: la corruzione, nelle forze di giustizia, è sistematica e possibile ad ogni passo. Le talpe e i tradimenti che vanificano lo sforzo degli inquirenti, rafforzando così il malvivente, hanno una tradizione potente e tutt’altro che residuale, in Italia.
Ottima anche la sottolineatura sulla funzione del pentito, che effettivamente resta la prima speranza per debellare le mafie, al netto dei limiti e delle possibili distorsioni di questo istituto. Pentiti che, come mostra il film, dovrebbero solo seguire la propria coscienza e la propria storia, per arrivare a tale scelta. Significativo, per i simbolici (forse più simbolici che altro, ahinoi!) segnali di speranza, è la scorta che ingrossandosi via via protegge il pentito verso il tribunale a Milano, come a incoraggiare la protezione dei pentiti, coronando il successo dell’impresa eroica e disperata della scorta. Quello che dovrebbe essere normale, e invece è straordinario, è un'impresa, quella della scorta, che denuncia così la debolezza dello stato verso la mafia, dovuta alla corruzione dei politici, e quindi all'ignoranza sadomasochistica degli elettori.
Pregevole la sottolineatura sull’ ”insospettabile ragioniere della mafia”: questa grandissima istituzione economica, che è la mafia, ha bisogno di funzionari dell’economia, capaci, tanto disonesti quanto apparentemente onesti; il film aiuta a correggere certi pregiudizi favorevoli a priori a certi addetti dell’economia (i quali sono discutibili, o anche criminali, a seconda dei clienti che scelgono di avere; quelli disonesti sono clienti che arricchiscono parecchio, di solito).
Il film d’azione ha il suo ritmo innegabile: la tensione, le scene di sparatoria sono ben fatte, e ben sottolineate dalla musica di Pino Donaggio.
Ottime le prove di Giancarlo Giannini, di Saro Ligresti (perfetto nella parte per la sua grinta), mentre tutti recitano bene, in modo autentico ed emozionante.
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