Regia di Claudio Fragasso vedi scheda film
Quante volte è stato replicato in tv questo film? Sopravalutato a suo tempo (candidato a quasi una mezza dozzina David di Donatello, tra cui produzione, attore non protagonista R.Bova (!!), attore protagonista G.Giannini, montaggio, sonoro), ma non per questo di infimo valore, “Palermo-Milano solo andata” è un figlio degli anni ’90. È una di quelle opere che non avrebbe certo sfigurato come fiction, risultando anche di gran lunga superiore della media, ma che al cinema danno sempre l’impressione del già visto. Deriva da quel filone che ha avuto un suo significativo seguito in tv e l’immortale “La Piovra” come suo capostipite. La protagonista principale è quindi la mafia, qui impersonata da tre personaggi: c’è il poliziotto senza paura (l’antimafia), il ragioniere che invece c’ha paura (il pentito) e un malavitoso come tanti (la mafia vera e propria). E poi almeno tre agguati, relative sparatorie, morti a iosa (ci lasciano la pelle Stefania Sandrelli e Valerio Mastandrea, tra gli altri). È dunque un film completo, nella quale si seguono tutte le regole del genere con calcolata precisione? Non scherziamo, è un prodotto non esaltante e assai commerciale. Sicuramente è un film energico, e allo stesso tempo fragile, squilibrato nel disegno dei personaggi e nella messinscena ad effetto. Il difetto principale sta nella poco convincente regia di Claudio Fragasso, che troppe volte pecca di incomprensibile virtuosismo e velleità autoriali. Così alcuni attori ne hanno giovato -vedi Raoul Bova, che può contare su una straripante bellezza ma non su capacità attoriali eccelse-, altri, invece, si mostrano a dir poco sprecati, a cominciare da una Stefania Sandrelli appannata che muore ad un terzo di film in una delle scene più drammatiche dell’ultimo cinema italiano. Su tutti un trascinante Giancarlo Giannini che s’impegna assai a rendere il film dignitoso, riuscendo solo in parte nella missione.
Ad effetto.
Voto: 5.
Romanaccio doc, fa la solita bella figura.
Bello sì, anche molto. E poi? Fortunatamente è cresciuto e oggi si può considerare un bravo attore.
È il più navigato della compagnia. Ha fiutato l’aria che tira, s’è accorto che non era un capolavoro e ha messo in atto una tattica specifica: vi faccio vedere come si fa a sollevare un film banale con un’interpretazione funzionale ma esemplare.
Per niente convincente.
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