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Apocalypse Now

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Apocalypse Now

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  "Apocalypse now" è un film che ha ridefinito il vocabolario del cinema di guerra e ha segnato una tappa come un'opera spartiacque, finendo per essere acclamato come un capolavoro dalla maggior parte della critica (ma alla sua uscita non mancarono di certo le voci contrarie, anche nella stampa americana). Per quanto mi riguarda, l'ho visto prima nella versione "Redux" e soltanto recentemente in quella originale; la nuova versione rimontata nel 2001 con l'aggiunta di nuove sequenze mi è sembrata comunque più completa della precedente, e con un impatto emotivo ancor più profondo. E' un film quantomai ambizioso, geniale e smisurato, che si ispira ad una fonte letteraria "alta" come il romanzo di Conrad "Cuore di tenebra" sui guasti del colonialismo europeo in Africa, aggiornandoli con diverse licenze narrative alla guerra americana in Vietnam. Ma in questo film la guerra, vista costantemente da una prospettiva "infernale", è soprattutto una tela di fondo, privata della sua dimensione politica e adoperata per mettere a nudo la sconvolgente follia che si nasconde nell'animo umano e la dimensione da incubo che affiora sempre maggiormente durante il viaggio iniziatico del capitano Willard per uccidere Kurtz (entrambi i personaggi combattono una propria guerra personale al di fuori di quella "istituzionale", portandosi dentro un inferno privato che li spinge ai limiti della pazzia). La stessa follia megalomane sembra essersi impadronita del regista, che gira sequenze impressionanti nella loro febbrile esasperazione barocca, da alcuni ritenute estetizzanti, ma tuttora di insuperata potenza espressiva (l'inizio psichedelico nella camera d'albergo, l'attacco aereo con sottofondo wagneriano, la risalita del fiume fra pericoli di ogni sorta, il confronto/scontro con Kurtz e la sua messa a morte). La fotografia di Storaro contribuisce genialmente all'atmosfera da incubo e gli effetti sonori di Walter Murch sono inseparabili dalle immagini; Martin Sheen è sorprendentemente all'altezza del ruolo di Willard, perfetto nella sua ostentata fisicità, e Brando è archetipico come Kurtz (un dittatore che porta in sè i segni di una tragicità quasi shakespeariana, forse modellato iconograficamente sull'immagine di Mussolini). La versione Redux aggiunge alcuni episodi come quello delle conigliette di Playboy e quello in una piantagione francese, utile per una migliore storicizzazione dell'opera.

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