Regia di Norman Z. McLeod vedi scheda film
Buona commedia leggera, che diverte con intelligenza e garbo.
E' una bella commedia sull'argomento non nuovo del sognatore che si caccia in qualche pasticcio (questo molto vero però). Io pensavo che fosse ispirato da “Le belle della notte” di Renè Clair, ma poi ho visto che quello è del 1950, mentre questo del 1947....
Insomma, è diretto in modo brioso e offre tante situazioni divertenti. Ho trovato indovinata l'ironia con cui viene presentata la casa editrice di romanzetti da strapazzo di tipo horror/erotici, per la cui rappresentazione il regista usa una tecnica che secondo me fu poi copiata dal duo Abrahams-Zucker, cioè di mostrare le gag sullo sfondo. In questo caso, mentre la cinepresa segue movimenti poco interessanti del protagonista per gli uffici, inquadra sullo sfondo le divertenti locandine di quei romanzetti di terz'ordine. Lo spettatore furbo se le guarda (e ride).
Ho trovato riuscita e pungente la presa in giro delle madri dirigiste e impiccione, che combinano disastri nella vita dei loro figli.
Da apprezzare la prova di Boris Karloff, che riesce a fare una indovinata parodia di se stesso, pur rimanendo assolutamente serio. A questo proposito, così secondo me deve essere una parodia. Non una buffonata come viene intesa oggi.
Il protagonista è versatile e adatto all'operazione.
L'unico vero errore di questa pellicola è l'avervi voluto inserire due numeri da teatro di varietà dello stesso Danny Kaye, che dovevano appartenere al suo repertorio. E' stata una cantonata. Sono slegati, e sono un bastone tra le ruote del film.
A parte questo, ci si diverte alla grande.
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