Regia di Dario Argento vedi scheda film
"Alfredo non vuole che abbia nessun altro."
Anna (Asia Argento) è una giovane poliziotta della Squadra Antiviolenze e si trova a Firenze alla ricerca di uno stupratore e assassino che sta seminando il panico fra Roma e il capoluogo toscano.
In visita alla Galleria degli Uffizi, Anna viene colta da quella che viene chiamata sindrome di Stendhal, un problema psicosomatico che provoca vertigini, allucinazioni e senso di nausea in chi si trova di fronte ad opere d'arte di notevole bellezza o valore. Alfredo (Thomas Kretschmann), il biondino che la soccorre, è proprio l'uomo che lei cercava e ne approfitta per violentare Anna, la quale riesce a scappare.
L'equilibrio psichico della ragazza, però, diventa rapidamente precario, quindi, su consiglio del suo superiore, si divide fra le sedute da uno psicologo (Paolo Bonacelli) e il tempo passato nella propria casa di Viterbo, dove a farle da scorta è presente anche il fidanzato/collega Marco (Marco Leonardi). Ma Alfredo tornerà...
Thriller senza capo né coda, La sindrome di Stendhal ha come spunto (peraltro rivelatosi poi insignificante) l'interessante trovata di una sindrome veramente particolare, ma, a parte questo, non c'è proprio niente che funzioni, a partire dalla solita sceneggiatura piena zeppa di falle. Gli sviluppi sono banalissimi, la regia è poco ispirata, i personaggi si catapultano abbondantemente nel ridicolo involontario, a causa innanzittutto della scelta di Asia Argento, vale a dire di una ragazza appena ventenne, nella parte di un già stimatissimo ispettore di polizia. Un film pessimo e, nonostante avesse già fatto qualche fiasco, questo è il peggior Dario Argento che io abbia visto finora: televisivo, fiacco, inconcludente. Non oso immaginare Il fantasma dell'opera...
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