Regia di Dario Argento vedi scheda film
Fase due della "rovinosa" calata di Argento. La sindrome di Stendhal si colloca un gradino sotto a Trauma ed uno sopra al Fantasma dell'Opera. Ma resta una modesta visione (distorta e sfocata) del giallo secondo il maestro del brivido per eccellenza. Peccato: perchè l'idea non era malvagia; perchè i primi 30 minuti del film sono girati da Dio; perchè le riprese sono "alla Dario Argento".
Ma... ma non è accettabile l'idea dell'Ispettrice Manni (Asia Argento, n.d.r.), esperta di serial killer (e killer a sua volta) a... 17 anni. L'idea poi di manifestare a metà pellicola l'identità dell'assassino è sconvolgente (in senso negativo purtroppo). Argento è bravo e quando vuole lo dimostra ma qua è fiacco, privo di idee. Realizza il film senza alcun contenuto e tutta l'opera si accartoccia su se stessa. Rimangono solo delle immagini (sicuramente ben realizzate) fini a se stesse e prive del carisma tipico di Argento.Sorvoliamo sui dialoghi e sul doppiaggio, forse in tal senso, la fase peggiore nella carriera di Dario...
Leggermente sotto lo standard.
Insopportabile e svogliato, non rende certo merito allo stile del regista.
Brava ma inadatta al ruolo.
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