Regia di Dario Argento vedi scheda film
Lo spunto era interessantissimo,un disturbo della psiche insolito dietro una catena di delitti tra Firenze e Roma:solo che il film si perde completamente dopo pochi minuti dall'avvio.Argento azzarda un percorso differente dal solito,affiancando alle mosse del crudele assassino che stupra e uccide a colpi di pistola giovani donne la vicenda della poliziotta che soffre del problema del titolo(un'eccessiva,delirante attrazione per le opere d'arte):ma i personaggi sono malamente elaborati,non si puo'parlare di suspence perche'non ce n'è traccia,la recitazione,a parte forse Paolo Bonacelli,comunque mal sfruttato,è da recita del dopolavoro,e si sadiglia a ripetizione.Inoltre,qualcuno in fase di sceneggiatura si è mica reso conto di cio'che proponeva?No,perche',a parte il fatto della rivelazione del volto dell'assassino a neanche meta'film,il particolare della protagonista che ,in auto assiste alla violenza su una ragazza e la successiva uccisione della stessa,e viene lasciata fuggire dal maniaco di cui ha visto il volto,risulta delirante la progressiva follia dell'agente,che si mette addirittura ad indossare parrucche per condurre interrogatori,e nessun superiore le requisisce il tesserino.Brutto,una trama sgangheratissima,un'altra cilecca di un uomo di cinema dallo straordinario talento,cosi'bravo a gettarlo al vento.
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