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Uomo bianco, va' col tuo Dio!

Regia di Richard C. Sarafian vedi scheda film

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La recensione su Uomo bianco, va' col tuo Dio!

di Baliverna
6 stelle

Un titolo italiano molto sessantottino che è diverso dall'originale, ma è fedele allo spirito del film, perché è sessantottino anch'esso. Il film propone una precisa visione dell'uomo, della società, e della storia americana. L'uomo occidentale sarebbe un essere brutale, corrotto e avido, che ha distrutto la civiltà pacifica e incontaminata dei pellerossa. L'unica soluzione per guarire la nostra civiltà sarebbe far tabula rasa di tutto il nostro modo di essere e tornare alla natura. Il film mette anche in stretta connessione la disumanità della nostra cultura con il cristianesimo, visto come una gelida e assurda imposizione che poi corromperebbe chi l'assimila, mentre chi lo rifiuta (come il protagonista) rimarrebbe buono e onesto. E' una visione non estranea a diversi film dell'epoca ("Corvo rosso" di Pollack), ma anche precedenti ("La lancia che uccide" di Dmytrik).
L'accozzaglia di maramaldi che accompagna il capitano (John Huston) avanza su monti e valli trascinando quella vecchia bagnarola, la cui crocetta - questo il termine marinaro - richiama molto da vicino un crocifisso vero e proprio. La masnada con la barca finisce per essere l'evidente parodia di una processione religiosa che trasporta una croce. E poi quei truci individui che danno molta importanza all'orazione funebre ma non esitano a lasciar morire di stenti un agonizzante e si scompongono poco quando uccidono per errore un loro compagno... beh, parlano da soli.
Per quello che mi risulta, l'unico ad aver rappresentato con equilibrio e senza condizionamenti ideologici il problema del conflitto tra colonizzatori e pellerossa fu John Ford. Quanto a questo film, è un vero peccato che regista e sceneggiatore volessero divulgare cotanta abbondanza di messaggi sociologici e ideologici. Se si fossero limitati a rappresentare la storia di un uomo abbandonato morente da colleghi egoisti e opportunisti (senza togliere gli indiani dal contesto), allora sarebbe stato un bel film. Infatti quanto al resto, è fatto anche bene: regia soddisfaciente, buone interpretazioni, bei scenari naturali, un tono meditativo e silenzioso che non guasta. Ma il regista e lo sceneggiatore non andavano - come dice di sé il protagonista - d'accordo con Dio. 

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