Regia di Martin Campbell vedi scheda film
Anche "Ciak" sembrava , ai tempi , avere dubbi sulle potenzialità commerciali del marchio 007 a metà degli anni Novanta, sei anni dopo la sospensione causa fiasco delle due ultime avventure del personaggio a gestione Dalton. I numeri dettero torto agli scettici, "Goldeneye" ( è il nome del satellite che darebbe enormi poteri a chi lo controlla nel film) incassò assai bene, e lanciò Pierce Brosnan, che per motivi contrattuali perse l'occasione, dieci anni prima, di subentrare a Roger Moore, tra le nuove star. Girato da Martin Campbell, che probabilmente deve esaltarsi sapendo che dirige un film di James Bond, visto che altrimenti non realizza granchè ( primo "Zorro" escluso...), il film ha una buona struttura, salvo concedersi troppe esplosioni e salti a scampar le quali nella seconda parte, l'irlandese Pierce si impadronisce con savoir faire virile del ruolo di 007, tra le belle Szorupco e la Janssen ( nonostante la tendenza al sadico della seconda, che va in estasi quando può mandare al creatore qualcuno) il protagonista si dibatte e sbatte, e il cattivo Sean Bean è di non poco conto. I tre capitoli successivi che vedranno Brosnan avventurarsi a caccia di malvagi internazionali per il bene dell'Inghilterra( ma non siamo modesti, via,del mondo intero, che Bond sarebbe sennò?) non avranno lo stesso mordente, ma porteranno nelle sale molti spettatori.
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