Regia di Jafar Panahi vedi scheda film
“Voglia di un pesciolino rosso” potrebbe essere il titolo di questo film dallo sguardo minimale e dai pittoreschi quadretti di vita familiare accreditati dei toni e dei colori vivaci di un ambiente popolare in cui le sirene della decadente ma dorata civiltà occidentale non hanno ancora libero accesso. E dove il desiderio di un pesciolino rosso (per l’appunto) si sostituisce alla voglia di telefonini griffati e di motorini rombanti da parte di viziati adolescenti nostrani. Scorcio palpitante di sapori ed odori esotici dal fascino arcaico di favola, caratterizzato principalmente dall’essenzialità del tratto, inserito in una primitiva cornice di neorealismo iraniano e popolato da un caleidoscopio di varia umanità descritta con colori vivaci ed accurata ricchezza di sfumature psicologiche. Basato su una idea filmica di base tanto semplice quanto efficace, a dimostrazione della tesi che per fare del buon cinema ciò che principalmente conta è essere dotati di una buona inventiva. L’itinerario di Razieh, genuino personaggio poetico e toccante, del tutto immune da precoci nevrosi infantili, costruito con garbo e con una freschezza degni del miglior Comencini e pieno di disinvoltura nel porgersi alla scena, è rappresentato come una corsa ad ostacoli con il coinvolgimento di svariate figure caratteristiche, tutte dotate a modo loro di una spiccata dose di umanità non disgiunta talvolta da picchi di irascibilità a dimostrazione di un impalpabile fuoco che cova in silenzio sotto la cenere. Tali personaggi comprimari contribuiscono non poco a conferire ad una vicenda sussurrata ed in punta di piedi un sano sapore popolaresco che il regista si compiace di farci centellinare a piccoli sorsi attraverso vivaci spaccati di vita, con assoluta discrezione e con notevole senso della misura pur denotando una certa carenza di mezzi a disposizione. Cinema assimilabile ad una boccata d’aria pura da respirare con parsimonia e da contrapporre all’occorrenza a pretenziose pellicole di casa nostra brulicanti di rabbia repressa e di malesseri a malapena trattenuti a fior di pelle. Raccomandabile per tutte le età nonostante la sua cronica lentezza.
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