Regia di Franco Rossetti vedi scheda film
Film sopravvalutato anche per via della buona pubblicità di Quentin Tarantino che, in più di un'occasione, ha dchiarato di considerare "El desperado" uno dei suoi western preferiti.
Sceneggiato e diretto dallo sceneggiatore di "Django", cioè Franco Rossetti, il film è uno classico spaghetti western dove abbiamo l'immancabile bottino da rubare, lo scontro tra il protagonista canaglia (che poi diviene buono) e un'intera banda di delinquenti con cui inizialmente collabora e che poi tenta di fregare e infine il tema dell'amore impossibile per il pistolero ombroso ("Non posso restare, devo cambiare ancora molte cose dentro di me" dice alla donna che lo ama). Tutti elementi tipici del nostro western crepuscolare (qui esaltato dalle ambientazioni fangose e da una più che sufficiente colonna sonora di Ferrio).
Il film è intriso di una violenza sopra la media per l'epoca (cavalli abbattuti con i petti insanguinati, torture con fiammiferi conficcati nelle orecchie, un cieco trucidato senza pietà e gettato nel fango e molto altro) ed è retto su una sceneggiatura poco verosimile (un padre scambia un uomo per suo figlio e lo fa per tutto il corso del film, senza mai sospettare nulla; una canaglia priva di emozioni che diviene, dal nulla, un eroe positivo) e poco fluida.
Diverse le pause morte, pochi i monologhi brillanti (su tutti direi il finale e la parte con Giordana che parla di quanto sia brutta la guerra per criticare dei cittadini critici nei confronti dei soldati).
Ottima l'idea del protagonista che prima di uccidere i suoi nemici concede loro un'occasione di redenzione, occasione che viene da tutti puntualmente sprecata (visione assai pessimista dello sceneggiatore, ma non troppo lontana dalla realtà).
Belle alcune soluzioni visive scelte da Rossetti (su tutti il duello finale, con mdp che indugia sulle palpebre ricoperte di fango dell'antagonista mentre questo cerca di aprire gli occhi). Sufficienti le interpretazioni, con un Giordana poco espressivo ma comunque scenico. Di contorno gli altri. Sufficiente. Voto: 6
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