Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Le avventure di quattro vitelloni della periferia di Firenze che vivono nello stesso appartamento e sono in colossale ritardo con gli studi universitari. Leonardo (Pieraccioni) è invaghito della bella sorella (l'inespressiva Maria Grazia Cucinotta) di Rocco (Papaleo, "solo attore del gruppo degno di questa definizione", come ha scritto Paolo D'Agostini). Quest'ultimo non sopporta il suo lavoro di metronotte. Bruno (Gian Marco Tognazzi) è impegolato in una relazione adulterina con la sorella di sua moglie. Infine Pino (Massimo Ceccherini) sogna una carriera nell'avanspettacolo.
Fragile come i collegamenti sinapsici del suo protagonista, volgare come non riuscirebbe a essere nemmeno Alvaro Vitali se facesse un film con Aristide Massaccesi, inutile come Gigi Marzullo, lento tanto da far rievocare nella memoria i film di Tarkovskij come fossero polizieschi, meschino nel citare Salinger per sfruttare l'unica battuta del film passandola per farina del proprio sacco, il primo lungometraggio del nuovo Re Mida della commedia italiana è un autentico insulto all'intelligenza. Firmato da Pieraccioni con Giovanni Veronesi e concepito a sketch, il copione mira a confezionare un Amici miei anni '90, rimandando invece a certe operazioni d'accatto di un altro comico toscano: Francesco Nuti. E a Pieraccioni non possiamo che augurare la stessa, ignominiosa fine professionale. Il montaggio è di Mirco Garrone.
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