Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Esordio alla regia per Leonardo Pieraccioni che, come in passato Massimo Troisi (per fare l’esempio di un esordio simile), balza agli onori cinematografici perché da ragazzino della provincia raccattato dalla TV di Stato, finisce per fare l’autore, il regista ed il protagonista di film. Con i navigati Papaleo, Haber e Tognazzi (quello meno peggio, Gian Marco), con il fidato compagno di merende Ceccherini e con la partecipazione della stella emergente Cucinotta, Pieraccioni trova in Cecchi Gori un emiro da spremere per portare sullo schermo una toscanità che l’ex patròn della Fiorentina tanto ricercava. Dopo i flop di Benvenuti, la dipartita verso lidi d’elìte di Benigni, la deriva fisica e morale di Nuti, è Leonardo Pieraccioni a raccogliere il testimone e ad essere sbattuto sul palco per rimpinguare la verve comica di un’intera Regione.
Indipendentemente dal fatto che Pieraccioni sia l’uomo giusto al momento giusto o che il suo sia reale talento, sta di fatto che Pieraccioni spende poco, incassa tanto e crea un nuovo filone. Il film tuttavia non ha nulla da dire. A parte la scena della litigata (forzata ed approssimativa) e il titolo, questo “I laureati” profuma pochissimo di film su studenti (guarda caso “fuori corso”), che vivono le proprie avventure sentimental-amicali come buona parte dei giovani nostrani. È solo un’accozzaglia di ideucce che tentano, spesso non riuscendoci, di far ridere l’avventore medio, che va al cinema per rilassarsi. Con qualche soldo in più Pieraccioni sfornerà Blockbuster come “Il ciclone” o “Fuochi d’artificio”, dove l’effetto novità svanisce e le monotematiche capacità autoriali e recitative del Nostro mostreranno tutta la loro inconsistenza.
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