Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
L'esordio cinematografico di Pieraccioni non faceva presagire, per i successivi film, esiti tanto lusinghieri al botteghino né tanto disastrosi dal punto di vista puramente artistico. "I laureati" non è certo un capolavoro di comicità (la tragica comicità di "Amici miei", per capirci, è ancora lontana, anche se Pieraccioni pare aspirare ad ereditare la vis toscana del film di Monicelli), però ha alcune situazioni e momenti divertenti, nonché diversi spunti indovinati anche dal punto di vista sociologico, specialmente quando parla di questi quattro vitelloni fiorentini, sempre incapaci di prendere una sola decisione importante nella vita. Molti elementi sono risaputi (l'innamoramento per la fotomodella, così come la corsa per il conto del ristorante), ma, insomma, qualcosa di buono c'era, soprattutto nella recitazione ancora fresca del protagonista e di Ceccherini, ma anche nel solido professionismo di Papaleo, Haber e Tognazzi (che, comunque, non riesce a competere con il padre quanto a credibilità toscaneggiante). E poi c'è un elemento quasi profetico, nella bestemmia pronunciata in diretta tv dal comico impersonato da Ceccherini, che si esibirà davvero in questo numero nel 2006, durante "L'isola dei famosi". Inguardabile, assolutamente incapace di recitare, la Cucinotta.
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