Regia di Gregory La Cava vedi scheda film
Io non la definirei una commedia, ma un film serio in tono leggero. Narra di una disinvolta ragazza di estrazione popolare che riporta la vita in un'ingessata e amorfa famiglia dell'alta borghesia. Anzi, è una famiglia dove non ci si parla più, e dove ognuno vive una vita da solo in casa. E' diventata così perché ha dato più importanza al denaro (e al lavoro per ottenerlo) che ai rapporti umani, tra cui primo fra tutti il matrimonio. Penso che molte famiglie benestanti (ma anche di poveracci) si possano riconoscere in questo ritratto. E magari tutti potessero avere una Ginger Rogers che gli dà un buon scossone, una salutare purga, e vi riporta la vita e il calore dei rapporti umani.
Benché l'argomento del film ruoti attorno al denaro, alla differenza tra classi, al risultato di una vita dedita alla scalata sociale, La Cava non manca di ironizzare sul marxismo, e lo fa mostrando un marxista da salotto che spiattella con compiacimento frasi infiocchettate sulla lotta di classe e sulle ingiustizie sociali. Si può quindi dire che il regista critichi certi modi di vivere in modo umano e non ideologico, spontaneo e non ragionato e dimostrativo. Tutte caratteristiche, queste, proprie del marxismo, che avrebbero fra l'altro appesantito questo piacevole film mezzo serio e mezzo commedia.
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