Regia di Curtis Bernhardt vedi scheda film
E' un noir bello e sconosciuto, proprio del tipo classico e degli anni d'oro per questo genere. Lo stesso Humphrey Bogart è un'icona del noir. L'atmosfera è intrisa di mistero e di minaccia, e la fotografia vi contribuisce con la sua tonalità scura e gli ambienti poco illuminati. Il resto lo fa la pioggia di notte e la nebbia che avvolge i tornanti di montagna dove avviene il delitto. La trama è degna del miglior giallo o poliziesco, perché io sinceramente fino alla fine non son riuscito a indovinare la soluzione del mistero. Bogart ha già tramato di uccidere la moglie in un altro film (La seconda signora Carroll); evidentemente il ruolo gli si addiceva. I suoi sguardi sghembi e le sue frasi enigmatiche dette alla povera donna lasciano il segno. Lascia pure il segno vedere lui che emerge dalla nebbia con passo lento e minaccioso verso l'ignara sua vittima. Ha poche attenuanti per il suo gesto, per non dire nessuna. E' infatti abbastanza evidente che la moglie è già da un po' che subisce il suo atteggiamento freddo, le sue frasi che la feriscono, e soprattutto la sua passione per niente meno che la di lei sorella. Alla prima frase gentile - ma falsa - lei già cambia atteggiamento, ma s'illude. Nello suo sguardo tenebroso e nel suo cuore maligno infatti alberga il delitto. Nell'ultima sequenza l'attore appare vestito con quell'impermeabile che lo rese famoso ne "Il grande sonno". Anche gli altri attori sanno il fatto loro, il poco noto regista se la cava con onore, ed ecco che il film si può dire certamente riuscito.
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