Regia di Curtis Bernhardt vedi scheda film
Noir poco conosciuto ma riuscitissimo.
Richard Manson (Bogart) è infelicemente sposato con Kathyn ( Rose Hobart), perché è innamorato della cognata Evelyn ( Alexis Smith). Soluzione? Ma ovvio, far sparire l'odiata consorte.
"Spesso un pensiero assomiglia ad un tumore maligno, comincia a divorare la forza di volontà". Queste le parole dell'amico di famiglia, lo psichiatra Hamilton, che racchiudono il senso di questo straordinario noir diretto da Curtis Bernhardt, uno che si diverte a giocare con il focolaio familiare trasformandone la natura: da sogno da perseguire ad incubo da evitare. A tanta ingenuità di Evelyn corrisponde altrettanta scaltrezza da parte di Mason, ma il vero cavallo di troia che scardinerà i delicati equilibri che lambiscono la follia é lo psichiatra Hamilton (uno strepitoso Greenstreet), che metterà ineluttabilmente il peccatore davanti alle proprie colpe.
Straordinario Bogart, capace di rendere le mille sfumature di un uomo egoista e privo di scrupoli, governato da una malignità che mette i brividi. Una performance piena di pezzi di alta scuola, da vedere e rivedere.
È il mondo borghese che va in malora, cedendo sotto il peso della paranoia e della persecuzione, è lo spettro della grande guerra (guarda caso il regista era un ebreo perseguitato dalla Gestapo).
Un thriller funereo , pregno di presagi di morte (e risurrezione) dal ritmo poderoso e dalla messa in scena rifinita, recitato da uno stuolo di attori in palla.
Imperdibile per gli amanti del grande attore americano e non solo.
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