Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
L'espediente biografico per raccontare la storia di mezzo secolo d'Italia non è nuovo; eppure qui c'è (o per lo meno vorrebbe esserci) anche dell'altro. Perchè Monicelli tocca, o vorrebbe riusciare a toccare, l'eterna questione genitori-figli, mettendo sempre la protagonista Claudia dalla parte del torto (nè figlia, nè madre esemplare), sfiorando il discorso delle facili facinazioni ed eterne indecisioni (il movimento studentesco, quello femminista, la missione in Africa) ed infine spargendo il (suo solito) sale del pessimismo su tutto quanto seminato (Arena che trascorre un'intera vita da illuso). Ciò che non funziona, oltre alla Buy lasciata sola a reggere le sorti dell'intero film (pur comparendo più o meno frequentemente, gli altri personaggi non hanno il rilievo della protagonista), sono una certa approssimazione delle ricostruzioni storiche e l'espediente un po' irritante della voce fuoricampo. Peccato.
Vita di Claudia, nata nel 1949, trasferitasi momentaneamente in Inghilterra per studiare, contestatrice nel '68, poi femminista, ragazza madre abbandonata con un figlio di colore, sposata ad un burattinaio filosofo che però la tradisce, missionaria in Africa, dove muore abbracciando una religione locale.
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