Regia di Betty Kaplan vedi scheda film
La bella giornalista Irene è fidanzata con un cugino ufficiale destinato ad una brillante carriera. Poi il suo nuovo fotoreporter le aprirà gli occhi sulla situazione del paese. Ci troviamo infatti in Cile nel 1973, poco tempo dopo il Colpo di Stato guidato da Augusto Pinochet.
Isabel Allende e il cinema, argomento difficile ma non impossibile. Molto belli i suoi romanzi, poco riuscite ma non così orribili le trasposizioni filmiche.
Perché? Probabilmente i testi della Allende sono troppo minuziosi e pieni di contenuti che solo un lungo sceneggiato riporterebbe completi. Ce ne siamo accorti guardando il precedente LA CASA DEGLI SPIRITI dove gli sceneggiatori toglievano personaggi interessanti (i vari zii delle protagoniste) e pasticciavano il rapporto protagonisti/anno di ambientazione (nel libro è la nipote, diventata studentessa universitaria, che ha a che fare con il regime cileno, mentre nel film lei alla fine è ancora una bambina e le torture sono tutte per la madre). In questo D'AMORE E OMBRA la sorte è simile, il rapporto "anno di ambientazione" almeno è rispettato (cosa più facile visto che non è narrato in vari decenni come il precedente), la narrazione però non sempre è all'altezza (ma quando lo è siamo sul piano del thriller, dove gli sviluppi sono sorprese. E questa è cosa buona) e, all'inizio, il ritmo è un po' televisivo. Cosa si salva? Attori in forma, il ritmo e lo stile man mano si fanno più cinematografici e la mano è di sicuro impegno. Oltretutto il film regala momenti di tensione e alta spettacolarità, pure arrivando a sfiorare il trash (l'erotismo in stile eros/svastica anni '70 o la ragazza epilettica che, simile ad una posseduta, ottiene una super forza e scaraventa i soldati lontano, stile Marvel Movies). Ci possiamo accontentare? Mah...
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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