Regia di Enrico Maria Salerno vedi scheda film
Nello stesso anno di Ultimo tango a Parigi, Maria Schneider girava questo banalissimo lavoruccio architettato da Enrico Maria Salerno (con Lina Wertmuller, Marco Leto e Bruno Di Geronimo in sceneggiatura, soggetto di Salerno e Giuseppe Berto) per raccontare gioie (poche) e dolori (quasi esclusivamente) dell'essere genitore di un adolescente. L'età della ribellione viene descritta in Cari genitori con una tale approssimazione grossolana ed un groviglio di luoghi comuni antiquati e forzosamente filo-genitoriali da lasciare stupefatto anche lo spettatore più bendisposto. Che Salerno sia stato uno dei più grandi attori italiani del Novecento è un dato di fatto che solamente un folle potrebbe tentare di mettere in discussione; ma che come regista non avesse le carte altrettanto in regola è inequivocabile allo stesso modo, una spiacevole rivelazione negativa che si può evincere facilmente anche dalla visione di questo film, il suo secondo dietro la macchina da presa. Oltrettutto la Bolkan poco più che trentenne viene messa ad interpretare la madre di una diciottenne (la Schneider, che è nella realtà ventenne): il pasticcio è servito; si salvano senz'altro, però, le belle musiche di Riz Ortolani. Parte complementare per Catherine Spaak, brava anche lei ed anche lei completamente fuori ruolo, dovendo interpretare (27enne) una professoressa universitaria. Nobili gli intenti di questo lavoro, ma scarso il risultato definitivo. 2,5/10.
Una donna vola in Inghilterra a riprendersi la figlia diciottenne, che non dà più sue notizie da tempo. La ritrova immersa in una comunità hippy e artistoide.
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