Regia di Andy Luotto vedi scheda film
Un grosso uovo colpito da un fulmine diventa un sacro feticcio per una tribù di cavernicoli, che subito comincia a combattere contro un'altra tribù per impossessarsi dell'oggetto di culto.
L'esordio di Andy Luotto in veste di regista è a tutti gli effetti anche la sua ultima prova dietro la macchina da presa: bene così. Cioè, meglio sarebbe stato non essere arrivato neppure al debutto, ma pazienza: una chance va data a tutti, almeno per togliersi eventuali dubbi. E la visione di Grunt! - La clava è uguale per tutti non lascia spazio ad alcun ripensamento. Il comico italoamericano è anche autore della sceneggiatura insieme a Giorgio Faletti e con quest'ultimo interprete centrale del film, all'interno di un cast che coinvolge numerosi volti più o meno incisivi della comicità nostrana di quel periodo: troviamo qui infatti, fra gli altri, Sergio Vastano, Massimo Pongolini (alias Pongo), Gianni Ciardo, Roberto Della Casa e Franco Caracciolo, con la partecipazione del caratterista dal buon curriculum Fernando Cerulli e della bellona di turno, Sabina Segatori, prima esperienza sul set anche per lei. Nonostante sia parecchio contenuta, la durata di un'ora e venti minuti pare eterna: nella storia succede poco o nulla sul piano logico-consequenziale e assistiamo per lo più a un susseguirsi di scenette demenziali terra terra, sconclusionate e prive di un nesso a uci appigliarsi. C'è poco da capire in un film progettato solamente per fare ridere e per farlo in maniera grottesca, spiazzante: d'accordo; eppure Grunt! lascia a desiderare anche da questo punto di vista, proponendo gag risapute fra lo slapstick e il barzellettistico, il tutto ulteriormente appesantito da una quasi totale mancanza di parlato, se si escludono rari e brevi commenti da parte del narratore esterno. Per chiarire definitivamente il problema di base dell'opera: l'uovo 'magico' al centro della trama compare al minuto 41, ovverosia appena passata la metà della pellicola. Ciononostante, neppure a seguito di tale tardivo ingresso le cose cambieranno, fino al finale corale danzereccio in odore di coreografia televisiva abbozzata alla meglio. Televisivi anche i pochi effetti speciali: sovraimpressioni e colorazioni artificiali degne di una trasmissione di qualche emittente locale. 1,5/10.
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