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Underground

Regia di Emir Kusturica vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Underground

di axe
8 stelle

Nel 1941, il Regno di Jugoslavia è invaso dai tedeschi. In una Belgrado bombardata e conquistata, Marko e Petar, detto "Nero", s'industriano a tirare avanti con diversi traffici, collaborando con la resistenza e partecipando personalmente ai combattimenti. I due sono innamorati dell'attrice di teatro Natalija, la quale a sua volta, è sotto la protezione di un ufficiale tedesco invaghitosi di lei. Nel 1944, Marko nasconde in un vasto sotterraneo il "Nero" - ricercato dall'occupante - insieme ad amici e parenti. La guerra si conclude con la liberazione della Jugoslavia e l'instaurazione del socialismo ad opera di Tito; Marko, per avere per sè Natalija, non ne informa il "Nero", il quale vive per anni sottoterra convinto che l'occupazione tedesca continui. Nel frattempo Marko e Natalija fanno carriera nel partito. Ma, ad un certo momento, precipitano anch'essi nella cavità. Lunghissimo film diretto da Emir Kusturica, il quale racconta le vicende dei suoi personaggi, conferendo loro valore simbolico ed intrecciandole con la storia della Jugoslavia, dall'inizio degli anni '40, all'inizio degli anni '90. Descrive la nascita della nazione socialista, sulle ceneri del Regno, e la sua fine, generata dalla spinta "dissolutoria" impressa dalle istanze di autodeterminazione delle varie popolazioni. Argomenti drammatici uniti a toni da commedia; sequenze oniriche e rappresentazioni simbolicamente astratte della realtà, conferiscono a quest'opera tonalità grottesche. I tre protagonisti, Marko, Petar e Natalija, interpretati rispettivamente da Miki Manojlovic, Lazar Ristovski, Mirjana Jokovic, sono ben approfonditi. I due uomini hanno un'indole istintiva, sanguigna, quasi predatrice. Il loro patriottismo convive con una naturale propensione per traffici e piccoli intrighi, nonchè per il sentimento. Entrambe amano la vanesia e complicata Natalija. L'evoluzione del racconto spinge la donna tra le braccia di Marko, ma non c'è armonia, ne' felicità tra i due, nonostante abbiano vissuto con prosperità nel dopoguerra, grazie alla loro fama di eroi della resistenza. Il "Nero", infatti, attende sottoterra, insieme ad amici e parenti, tra cui giovani i quali non hanno mai visto il sole. Marko e Natalija vengono lettaralmente risucchiati in questa novella "corte dei miracoli", mentre si sta celebrando il matrimonio di Jovan, figlio di Petar; è l'occasione per una resa dei conti, che porta il "Nero" e suo figlio a tornare in superficie. E' egli ormai un uomo fuori dal tempo; attacca gli attori di un set cinematografico, poi si rifugia lungo il Danubio, dove il figlio Jovan muore, vittima di un'illusione. Marko e Natalija, fuggono utilizzando una rete di tunnel sotterranei, sfruttati da trafficanti e disperati, che collegano le capitali europee. Il destino terreno dei personaggi si compie durante il divampare delle guerre Jugoslave; ma tutti, in un finale onirico, si ritrovano ad un nuovo matrimonio di Jovan, lungo il Danubio. L'intera vicenda è irreale; il costante ricorso ai simboli consente di interpretare il pensiero del regista Kusturica, che sembra voler raccontare una storia della Jugoslavia abbracciandone idealmente il popolo nella sua interezza, senza valutare le peculiarità che hanno portato le varie etnie a scontrarsi. Ne descrive le qualità, positive e negative. Evidenzia un patriottismo di facciata, che s'accompagna, tuttavia, ad un'insofferenza per la dominazione straniera; evidenzia altresì la retorica dell'epoca di Tito, il cui governo ha saputo accompagnare gli slavi sulla via del progresso materiale, curandosi meno di quello mortale. Deplora, infine, la triste sorte della nazione, spinta letteralmente alla deriva tanto a causa della natura della sua gente, quanto per l'inadeguato intervento dell'ONU e l'ambiguo atteggiamento delle altre nazioni europee. Del resto, dando conto delle similitudini tra vicende dei singoli e storia della nazione ... come poteva essere altrimenti, per chi s'inabissa dietro una chimera, nasce sottoterra o rimane bloccato fuori dal tempo; è trattato da folle, o corroso dai rimorsi per fatti del passato ? Tra le sequenze che mi sono rimaste più impresse, la prima, la quale mostra la distruzione di Belgrado e la morte degli innocenti animali dello zoo causata dai bombardamenti tedeschi; un tremendo "richiamo alla realtà" per un popolo che fino a quel momento aveva tentato di rimanere ai bordi del gran vortice della guerra. La seconda, lunghissima, è quella che mostra l'avventura di Marko e Natalija nel mondo sotterraneo del "Nero". Ho letto che diversi critici e recensori trovano un parallelismo tra quest'opera ed altre di Federico Fellini. Per quel (veramente) poco che conosco il regista italiano, non ho possibilità di confermare o smentire; ma il costante ricorso al simbolismo mi ha ricordato "La Voce Della Luna". Ultima nota positiva, la colonna sonora, del compositore Goran Bregovic. Le sue musiche, ora energiche, ora struggenti, accompagnano degnamente lo spettatore nella visione di questo toccante film corale, che celebra la nascita di una nazione, e la sua successiva "deriva".

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