Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Meraviglioso, emozionante, straripante calderone di emozioni e vicissitudini. Film tutt’abbracciante che spazia dalla guerra all'amore, dall'amicizia al patriottismo. E poi quante citazioni (esplicita quella a “L’Atalante” di Vigo), quante allegorie; un finale onirico degno di una storia che nonostante la lunghezza della pellicola non annoia mai, anche perché Kusturica dà vita ad una sorta di metafilm , soprattutto per l'omaggio accennato al cinegiornale, al film muto,alla divisione canonica dei film in prima, seconda e (è di moda ultimamente) terza parte. Un collage di storie, insomma, che attraversano 50 anni di Jugoslavia; un collage che seppur velatamente ironizza sull'immobilità (nel senso di non-progresso) del regno di Tito (il bunker come metafora degli slavi in attesa che accada qualcosa)... Estremamente suggestivo il finale: tutti i protagonisti, ormai defunti, si ritrovano, attraverso il simbolico passaggio in acqua, su un'isola nuovamente giovani e spensierati, con l'amore e l'amicizia come unici elementi trainanti dei loro rapporti... Il costone di riva che li accoglie si stacca e va verso il mare con un invisibile Caronte che li spinge laddove non è più obbligatorio combattere, né soffrire... In stato di grazia e corollario perfetto la musica di Goran Bregovic.
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