Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Contrariamente a quanto scritto da alcuni su questo sito, rispetto a questo affresco giustamente definito ridondante e pullulante di personaggi come certe opere di Fellini, continuo a preferire i "piccoli" film di Kusturica, da Ti ricordi di Dolly Bell? (1981) a Papà è in viaggio d'affari (1985) a Il tempo dei gitani (1988). E ritengo, comunque, che i difetti di Underground siano soprattutto cinematografici e non politici. Non si può non notare un certo sfilacciamento della trama, dopo il primo ammirevole segmento di film, ambientato negli anni della guerra. Direi, invece, che non c'è alcun tipo di ammirazione per questi suoi protagonisti, perni sui quali ha poggiato la Jugoslavia titina, un paese che non c'è più, ma sul quale non c'è da versare molte lacrime (se non fosse che la sua dissoluzione ha portato inenarrabili tragedie, che sembravano d'altri tempi). Non mi sembra molto positivo il giudizio di Kusturica sui due protagonisti di Underground, un furbastro opportunista e sfruttatore (Manojlovic) e un idealista assai ottuso (Ristovski), che continua a ripetere per cinquant'anni il medesimo slogan, «porci fascisti figli di troia!». Resta, a merito del film, il vitalismo sudaticcio dei pantragruelici banchetti, nonché la passionalità di un popolo sempre combattivo (pure troppo!), evidenziata dalle musiche tzigane di Goran Bregovic, per l'epoca una novità geniale. E quanto a chi ha accusato Kusturica di filoserbismo, rinnegando le proprie origini bosniache e musulmane, vorrei ricordare loro che si tratta pur sempre soltanto di cinema, attraverso il quale un artista tenta di interpretare l'anima di un popolo e non di fare un sermone propagandistico.
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