Regia di Ettore Scola vedi scheda film
La più bella serata della mia vita '1972 - Ettore Scola.
Liberamente tratto dal romanzo breve “La panne. Una storia ancora possibile” di Friedrich Dürrenmatt, sceneggiato da Sergio Amidei insieme allo stesso Ettore Scola, ci troviamo al cospetto di un film davvero molto particolare e senza ombra di dubbio, ad uno dei film meno noti di Ettore Scola. Tra gli interpreti oltre ad un Alberto Sordi protagonista, figurano gli attori francesi Pierre Brasseur, Charles Vanel, Claude Dauphin, l'attore svizzero Michel Simon e l'attrice e modella svedese Janet Agren.
Ettore scola questa volta indirizza il suo sguardo critico contro la figura dell'arrivista, contro l'arrampicatore sociale, contro chi è disposto a qualsiasi meschinità pur di fare carriera, contro chi è disposto a non guardare in faccia nessuno pur di ottenere quello che vuole, raccontando una vicenda a tratti surreale e grottesca, narrata per buona parte della pellicola tramite una struttura di impronta teatrale. Le musiche di Armando Trovajoli mostrano un interessante e curioso bipolarismo, dolcissime e delicate melodie si alternano ad intriganti e rumorosi brani dai suoni fortemente distorti.
Una pellicola davvero molto interessante, dalle sfumature anomale, che potrebbe dare luogo a diversi interrogativi all'interno della mente dello spettatore, anche a causa forse di qualche piccolo buco di sceneggiatura e di alcuni elementi che vengono lasciati assolutamente in secondo piano, per fare un esempio, l'accennata componente paranormale che risulta appunto, appena abbozzata, si tratta comunque di piccolezze, di elementi irrilevalti oltre che secondari, che non pregiudicano in alcun modo la visione.
Lo spiazzante finale al rallenty dalle sfumature oniriche, accompagnato da due minuti di risata assolutamente epica di Alberto Sordi sulle note di una melodia celestiale è semplicemente cinema puro e risulta, per costruzione, montaggio, analogicità dei mezzi impiegati, un piccolo capolavoro a sè stante. Con La più bella serata della mia vita ci troviamo di fronte all'ennesima pellicola figlia di un periodo particolarmente florido per il cinema italiano, che piuttosto che essere accantonata nel dimenticatoio come troppo spesso accade, meriterebbe sicuramente di essere riscoperta.
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