Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Non sarà un brutto film - perchè tensione e morbosità, atmosfere dark ed erotismo patinato sono tutti elementi coltivati sapientemente dalla regia - ma per Polanski Luna di fiele è una caduta di stile. In certi momenti si sfiora addirittura l'imbarazzo: sia per i contenuti banali che per la messa in scena didascalica, che davvero un film dell'autore francese-polacco non merita (tutta la sequenza centrale sull'umiliazione di Mimì, esempio lampante). Scritto da Polanski, Gerard Brach e John Brownjohn, Luna di fiele vorrebbe essere un trattato sul sadomasochismo (e, più in generale, sul rapporto fra vittima e carnefice, fra ostaggio e carceriere), ma finisce per somigliare paurosamente invece a una frivola pellicola pruriginosa quanto sostanzialmente insipida. I volti maschili (Hugh Grant e Peter Coyote) funzionano di certo meglio di quelli femminili (Emmanuelle Seigner e Kristin Scott Thomas) e la durata che sconfina oltre le due ore non aiuta in alcun modo: la trama si dilata specialmente nella prima metà, che ai fini della comprensione dell'intero film non serve quasi a nulla, ma regala qualche siparietto vagamente eccitante. E' lecito dubitare che Polanski volesse esattamente ciò. 4,5/10.
Durante una crociera, un coppia francese e una inglese fanno amicizia. L'uomo francese, in particolare, intrattiene l'altro raccontandogli particolari morbosi sulla sua relazione; l'inglese comincia a considerare la possibilità di finire a letto con la donna del primo.
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