Regia di Joel Coen vedi scheda film
Perfetta e fuori di testa ammissione di come funzionano le cose in un certo ambiente.
Uno stimato scrittore teatrale viene chiamato ad Hollywood per scrivere la sceneggiatura di un film sul wrestling, sarà un’esperienza devastante.
I Cohen sanno fare quello che fanno come pochi altri, i loro film sono unici ed il loro marchio d’autore è indistinguibile, questo forse è uno dei loro apici.
Una storia che pone davanti a tutto un dato di fatto più che una morale o un consiglio, il messaggio c’è ma è quanto più di demoralizzante possa esserci, più che per pessimismo forse, proprio perché è puro e semplice realismo. Lo svolgimento è un dramma da prendere con le pinze col povero protagonista sballottato di qua e di là in un ambiente che non è il suo.
Salta all’occhio la consapevolezza dei fratelli registi verso un cinema passato che ormai si è perso, non parlo solo delle inquadrature e del gusto ma proprio del tema trattato che fa rivivere un certo modo di fare le cose negli anni passati e che, sorprendentemente, non è poi così nostalgico o utopico, anzi.
L’approccio agli eventi è irresistibile con personaggi perfettamente caratterizzati e reali proprio perché assurdi, terrorizzanti a volte, in una messa in scena grottesca ed incredibile proprio perché posta in un contesto che più reale non si può. Ma non è solo la genialità ad essere così straordinaria, sì perché l’assurdo delle situazioni e l’imponenza dei personaggi sono tali proprio per il fatto d’aver le basi d’una sceneggiatura brillante e di un aspetto tecnico perfetto.
Infine c’è poi la scoperta del dramma del protagonista che si rivela in realtà non essere un dramma bensì la smania megalomane d’una persona che forse più che altro si compiace della propria distanza dall’ambiente proletario di cui ama narrare e che, a conti fatti, più che eroico si rivela squallido e senza speranza.
L’ammissione che la mania di far soldi di Hollywood niente ha in comune con l’arte, ad un certo punto l’immagine del quadro che tanto coinvolge Berry durante il suo tanto atroce dovere di scrittore si rivelerà nella realtà davanti ai suoi occhi come per una magica coincidenza, sintomo che l’ispirazione per definizione non può venire per dovere verso un contratto firmato.
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