Regia di Joel Coen vedi scheda film
I Coen sono tra i pochi talenti, almeno quando si parla di cinema non prettamente legato al concetto di mainstream, espressi da Hollywood negli ultimi vent’anni.
E Hollywood c’entra pure con la trama di questo film, anche se la sua descrizione, per quanto si vede, non è certo utilizzabile per una pubblicità positiva.
Infatti il protagonista, un commediografo (un grandissimo John Turturro) è lì chiamato per scrivere la sceneggiatura per un film.
Alloggiato in una camera d’albergo di terza fascia, vivrà un’esperienza ai limiti (o meglio dire oltre) dell’incredibile, entrando a contatto con personaggi per nulla ordinari (ed anche John Goodman ci mette del suo).
Pellicola visionaria straripante, parte con sembianze da “semplice” satira, ma cambia rapidamente pelle debordando in un grottesco da alta scuola per poi concludersi in maniera splendidamente assurda.
Dunque una pellicola se non proprio eccezionale (non tutto, quando si esce dalla landa dell’hotel, funziona al 100%), sicuramente apprezzabile, soprattutto dai palati fini meno convenzionali (qui di classico c’è ben poco).
Grande cinema, premi a iosa al Festival di Cannes, forse un po’ troppi, ma qui la qualità e l’estro non mancano per niente.
Prova molto convincente, soprattutto per la capacità di mutare pelle in corso, rischiando anche parecchio, senza perdere la bussola.
Talento puro.
Ispirato.
Caratterizzazione decisamente buona.
Soddisfacente.
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